|
|
Sono passati vent’anni da Brazil, visionario, allucinato, politicamente lungimirante, affresco di una società del futuro sin troppo simile a quella odierna. Poi ci sono state pellicole come L’esercito delle dodici scimmie, La leggenda del Re Pescatore. Erano però sette anni, da Paura e Delirio a Las Vegas, che l’ex Monthy Python Terry Gilliam si era allontanato dal set. La sua non era pensione anticipata. Ora il suo gusto per il visionario e il grottesco, le sue storie, sempre in bilico fra realtà e fantasia, tornano con il suo nuovo film: I fratelli Grimm>. |
|
|
|
|
I Fratelli Grimm è una fiaba vera e propria. Come possiamo spiegare il fatto che in questo periodo il fantastico va molto di moda e si realizzano moltissimi film appartenenti a questo genere? |
|
Mi piacciono le contraddizioni, ma odio far parte di un genere. Mi da fastidio anche il termine stesso. Se tutti realizzano film fantastici io farò qualcos'altro. Bisognerebbe ridimensionare le cose, mentre invece si tende spesso ad ingrandirne l'importanza, con I fratelli Grimm io ho creato un piccolo mondo fiabesco per rendere tutti partecipi di esso. |
|
Nel film vi è un grande utilizzo di effetti speciali, ma questi sono usati principalmente in funzione della storia. Che tipo di fantasie servirebbero all'uomo d'oggi? |
|
Non saprei, io posso solo mostrare le mie di fantasie. Al giorno d'oggi il sogno e la fantasia hanno pochissimo spazio. A me piace sostenere coloro che, nel mondo, sono strani, o folli, perché guardando il mio film penseranno: "Beh, almeno siamo in due!" Amo i bambini per la loro mente aperta, per la capacità di vedere un'altra realtà dietro ogni cosa. Le mie fiabe preferite però non sono dei Grimm, ma di Andersen, mi riferisco in particolare a I vestiti nuovi dell'imperatore ed alla magia che questa storia contiene. La bambina che urla: "Il Re è nudo!" Sto incominciando a pensare che quel sovrano potrei, forse, essere io... |
|
Le scenografie sono bellissime e molto articolate. Hai rubato idee a qualche pittore in particolare? |
|
No, a nessuno in particolare. Ci siamo ispirati un po' ai pittori romantici per i colori e per l'atmosfera generale. Comunque ci ispiriamo solo ai migliori, e sempre defunti. |
|
Come avete reagito alle critiche negative con cui la stampa americana ha accolto il film? |
|
Ovviamente preferisco le critiche positive, ma non ho problemi ad accettare quelle negative. Invece potrei non sopravvivere a una critica mediocre. |
|
Lei faceva film 'fantastici' molto prima che il fantasy grazie a Il Signore degli Anelli e Harry Potter diventasse un genere dal grande successo commerciale. Cosa pensa di questa situazione? |
|
Non credo che i miei film possano essere definiti 'fantasy', perché ho sempre odiato le divisioni dei generi e - in particolare - ho sempre odiato i generi. Genere è un termine che non mi piace per nulla. Penso di fare film unici ed originali che sfuggano a queste categorizzazioni. Sinceramente quello che vedo oggi in giro mi lascia un po' perplesso. Con I fratelli Grimm ho voluto raggiungere un livello più intimo della narrazione, perché le favole che leggevo da bambino riguardavano le persone. Si trattava di piccole storie e non de 'il palazzo più grande del mondo' o della montana più alta. Erano storie legate ai personaggi e non all'ambiente in cui si muovevano. Personalmente preferisco concentrarmi sul dettaglio per esplorare un mondo che abbia un vero significato e cui il pubblico possa rispondere in maniera emotiva. Oggi il digitale consente di fare tutto al cinema, ma il fatto che sia possibile farlo non obbliga nessuno a fare davvero tutto. Così ho voluto creare un mondo più vicino a quello delle favole così come sono state scritte. |
|
Cosa le piace delle favole? |
|
E' il mio mondo: straordinario e fantastico. Quello in cui sono cresciuto e in cui - sfortunatamente - ogni tanto credo ancora di vivere. Ma la vita non è una favola, vero? Ad ogni modo è un film che ho accettato di fare perché - quando una serie di progetti cui lavoravo non è andata in porto - il produttore Chuck Roven con cui avevo realizzato L'esercito delle dodici scimmie mi ha mandato questa sceneggiatura. Mi ha subito colpito l'idea di due imbroglioni che si trovavano ad avere a che fare con dei veri incantesimi. Era divertente potere creare una favola su dei creatori di fiabe... |
|
Nel film ci sono riferimenti a molte favole famosissime... |
|
Sì, assolutamente le più famose dei fratelli Grimm: Raperonzolo, Hansel & Gretel e Cappuccetto rosso. Ovviamente ce ne sono altre centinaia meno note, ma noi abbiamo preferito - soprattutto - tenerci molto vicini a quelle maggiormente presenti nell'immaginario collettivo del pubblico. |
|
Cosa rappresenta per lei il cinema - oggi - dopo le tante delusioni? |
|
Posso raccontare le mie fantasie, mostrare le cose che mi ispirano di più e per cui valga la pena vivere. Viviamo in un mondo così legato ai numeri e ai calcoli che è quasi difficile vivere la propria fantasia. E' più semplice dedicarsi ai numeri e parlare di essi. Noi abbiamo bisogno di entrambi i fattori, di vivere la nostra immaginazione. Io lo faccio attraverso il cinema, mentre altri impazziscono. Mi piace pensare di fare dei film che spingano le persone ad esplorare la propria immaginazione e - alle volte - credo di dare conforto a chi crede di essere l'unico pazzo al mondo e che - dopo avere visto i miei film - sa che ce ne è almeno un altro. Sono molto legato all'immaginazione dei bambini: i miei preferiti in assoluto. Non hanno perduto la loro capacità di sognare e di immaginare un presente diverso con una mente aperta. Credo che il mio cinema, alle volte, serva a rompere il guscio in cui l'età imprigiona i bambini nascosti dentro le persone. |
|
|
|
Ultime Interviste |
|
|
|
Tomm Moore La canzone del mare: "voglio che i bambini conoscano le nostre storie e leggende" |
|
|
Alexandra Leclère Benvenuti... ma non troppo: "una commedia pura che fa riflettere" |
|
|
Martin Zandvliet Land of mine - Sotto la sabbia: "una storia importante e sostanzialmente sconosciuta" |
|
|
Andrew Haigh Weekend: "un'onesta, intima, autentica storia d'amore" |
|
|
Brian Helgeland Legend: "Come si racconta la vita di una persona realmente esistita?" |
|
|
Carlo Verdone L'abbiamo fatta grossa: "la critica di costume deve essere parte della commedia" |
|
|
Virág Zomborácz Mózes, il pesce e la colomba: "ho iniziato a scrivere sceneggiature a sei anni! |
|
|
Francesco Calogero Seconda Primavera. "la capacità di interpretare la realtà è spesso contraddittoria" |
|
|
Vincenzo Salemme Se mi lasci non vale: "l'amicizia e l'amore devono essere credibili" |
|
|
Lorenzo Vigas Ti guardo: "ogni uomo cerca di riempire una vasta mancanza di emozione" |
|
|