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La storia vera di Paul Rusesabagina, direttore di un hotel a quattro stelle in Rwanda, che ha aiutato milioni di rifugiati Tutsi a nascondersi dalle milizie Hutu che negli anni '90 scatenarono il terrore nello stato africano. Allo scoppio del conflitto, non si limita a mettere in salvo i suoi familiari, ma, facendo leva sui suoi privilegi lavorativi, apre le porte dell'hotel a quanti rischiavano di essere uccisi nel terribile eccidio. |
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1994. Il presidente ruandese sta per firmare, in Tanzania, un accordo di pace che dovrebbe mettere fine alle lotte tra le due etnie del paese: quella degli Hutu e quella dei Tutsi. Quando tutto sembra andare per il meglio, sotto gli occhi di una compiaciuta opinione pubblica mondiale, accade l’inaspettato. Il presidente viene ucciso ed il paese piomba nel caos. Gli oscuri presagi della martellante KTLM, la radio del ‘potere Hutu’ diventano realtà: tutti gli scarafaggi (i Tutsi) dovranno essere eliminati, la vendetta per anni di soprusi subiti, vendicati. Le stesse luci dell’opinione pubblica (soprattutto europea) si spengono, nessuna spedizione di pace o aiuti umanitari vengono inviati al paese che in balia di se stesso diventa teatro sanguinoso di un genocidio che portò alla morte un milione di innocenti.
In questo scenario di disperazione, follia e violenza pianificata, Paul Rusesabagina riuscirà a trovare il coraggio e la forza di salvare più di 1200 persone; uno dei tanti casi di uomini comuni che l’orrore della guerra tramuterà in eroi. Grazie alla sua astuzia unita al fatto di essere Hutu, trasformerà l’albergo a quattro stelle di cui è il direttore, in rifugio per la propria famiglia (la moglie è Tutsi) e per uomini, donne e bambini, destinati altrimenti a morte certa. Uno splendido Don Cheadle è il protagonista di questo film che, per il volere del regista e dei produttori, tralascia deliberatamente di mostrarci la morte nuda e cruda, per presentarcela in una veste più sottile ed angosciante. Quella negli sguardi impauriti delle madri, negli abbracci di bambini nascosti in una vasca da bagno, quella di un pianto disperato di chi ha perso la speranza di vedere i propri cari.
Drammatico e commosso, il film non risparmia critiche verso un Occidente insensibile (‘la gente dirà: Oh mio Dio! E continuerà a mangiare…’, dice un giornalista francese) e ipocrita verso una delle pagine più buie e vergognose della storia recente (il colonnello dell’Onu, allo scoppio dei disordini, non esiterà a dire che ‘sono lì per mantenere la pace, non per ristabilirla’…).
Sulla locandina del film c’è scritto: tratto da una storia vera. Parole che dopo due ore risulteranno drammaticamente insopportabili quanto necessarie, per non dimenticare… |
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Commenti del pubblico |
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Grazie a questo bellissimo film ho conosciuto uno dei tanti Genocidi poco conosciuti non messi in risalto dall'opinione pubblica (cosiddetti Genocidi di serie "Z"), bravi gli attori. Da vedere per non dimenticare...
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Il film riporta una situazione reale. E' piaciuto molto alla nostra classe. La scenografia è adeguata, ben strutturata. Gli attori si sono immedesimati bene nella loro parte interpretandola in modo attinente, anche se sembravano a nostro parere molto americanamente meccanizzati.
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una via di mezzo tra documentario e film, ha il merito di riportare fatti storici realmente accaduti e poco noti come lo sono l guerre africane. Però cinematograficamente il tema è già stato trattato da schindler list e dal nostro Perlasca e il ritmo è un po lento.
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