|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Nel 1995, a soli 43 anni, l'ex-caporedattore di Elle France, Jean-Dominique Bauby, a seguito di un incidente d'auto è rimasto completamente paralizzato. L'unica parte del corpo in grado di muovere era la palpebra dell'occhio sinistro. Impossibilitato a comunicare in altro modo, Bauby, attraverso l'uso della palpebra, è riuscito a dettare il romanzo in cui ha raccontato il suo mondo interiore, una sorta di diario del suo viaggio nell'immobilità. |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Julian Schnabel, prima ancora di essere regista cinematografico, è un pittore americano di buona fama mondiale, un artista multiforme e creativo, cultore della provocazione e del paradosso. Questa sua terza opera da regista, “Lo scafandro e la farfalla”, non fa che confermarci tutte le sue doti visive e comunicative, dando vita a un impianto narrativo alla continua ricerca di una poetica estetica, gestendo con molta attenzione e sensibilità i sentimenti dello spettatore, cercando di evitare ogni dogma cinematografico o caduta di stile.
La storia è semplice, oltre che vera. Il protagonista, Jean-Dominique, si ritrova in ospedale, ha avuto un ictus ed è rimasto completamente paralizzato dalla testa ai piedi. Il suo unico modo di comunicare con coloro che lo circondano è lo sbattimento della palpebra sinistra.
Il pensiero va subito a “Mare dentro”, di Alejandro Amenábar, eppure c’è nell’aria qualcosa di diverso rispetto al film spagnolo, un approccio più intimista e raffinato, più ironico e in un certo senso disperato. Schnabel è interessato soprattutto alla bellezza che nasce dalla sofferenza. L’occhio del protagonista è quindi punto di vista di un uomo dilaniato, prigioniero di un corpo morto (lo scafandro) e padrone solamente della memoria e della sua immaginazione (la farfalla). Il regista sembra dirci che della morte si può solo avere paura e che vivere il presente e cogliere ogni occasione sono le uniche soluzioni che ci permettono di dare un senso alle nostre vite. Ciò che convince, tralaltro, è proprio il percorso del protagonista. La prima parte del film è in soggettiva, la seconda per gran parte in controcampo, con numerosi esterni. L’uomo riesce in qualche modo a ribaltare la sua condizione precedente l’incidente. La superficialità che aveva caratterizzato il suo passato lascia il posto a una profondità e una spiritualità non prettamente religiosa, cercando di riappropriasi di una vita che esiste e non esiste allo stesso tempo. Il ricatto emotivo è però fortunatamente evitato, così come i proclami a favore o contro l’eutanasia.
Il film è dunque amaro, toccante ma anche ironico senza essere irrispettoso. Al centro del discorso, infatti, c’è unicamente la storia di un uomo che ha tratto il massimo dalla sua inconsolabile situazione, riuscendo a pubblicare un libro dettato con il solo sbattere di palpebra. Impossibile rimanere indifferenti.
“Lo scafandro e la farfalla” ha ricevuto il premio per la miglior regia al Festival di Cannes 2007. |
|
|
Commenti del pubblico |
|
|
|
|
Ultimi commenti e voti |
|
|
|
|
|
|
|
|
7,5
|
|
|
|
|
Una regia asciutta ma delicata sostiene una storia di indubbio impatto. Lontano da moralismi e lamentazioni, la pellicola riesce nell'arduo compito di raccontare una storia estrema nella sua semplicità umana, senza tentare di rispondere a temi etici di difficile soluzione. Nella seconda parte si registra forse qualche lungaggine di troppo, ma il film resta comunque caldamente consigliato per la capacità di raccontare una storia profondamente soggettiva innalzandola a un piano quasi universale.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
7,5
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
7
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
7,5
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
8
|
|
|
|
|
Questa è una testimonianza senza confini la storia tiene incollati dal primo istante in modo struggente fino agli ultimi fotogrammi, inutile commentare, va solo goduto e sofferto, come una di quelle opere che è difficile decidere di rivedere ma che è gravissimo non aver visto. Da non perdere!
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
8
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
8
|
|
|
|
|
premiatissima storia vera, la più che drammatica pellicola di Schnabel mi è piaciuta moltissimo; attenzione però allo stato d'animo con cui la si affronta, è davvero uno dei top per pesantezza ed angoscia, questo resoconto visto dall'interno riguardante le micidiali pulsioni provate da un uomo nel passaggio da una vita attiva, piena e realizzata ad una di inevitabile semi-vegetazione; stupendo comunque il contesto, con la farfalla, unica immaginaria e nel contempo realistica via di fuga dallo scafandro immobilizzato di un ormai affondato corpo materiale, augurata come positivo traguardo spirituale ai propri cari; commovendo direi che c'è da riflettere circa i vari modi di specchiarci che possiamo crearci da "normali"; molto bello.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
8
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
8
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
8
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
News sul film “Lo scafandro e la farfalla” |
|
|
|
IOMA 2008: "Into the wild" miglior film (29 Aprile 2008)
|
|
|
IOMA 2008: le nomination (31 Marzo 2008)
|
|
|
"Cous cous" sbanca i Cesar (23 Febbraio 2008)
|
|
|
Cesar alla carriera per Benigni e Jeanne Moreau (15 Febbraio 2008)
|
|
|
Premio PGA: vincono i Coen ( 5 Febbraio 2008)
|
|
|
Oscar 2008: le candidature (22 Gennaio 2008)
|
|
|
Golden Globes: i vincitori (14 Gennaio 2008)
|
|
|
Cancellata la cerimonia dei Wga (11 Gennaio 2008)
|
|
|
Mathieu Amalric: il cattivo di James Bond ( 6 Dicembre 2007)
|
|
|
Asti d'essai dal 9 al 12 ottobre ( 4 Ottobre 2007)
|
|
|
Asti: dal 9 ottobre anteprime, trailer e Premi Fice (13 Settembre 2007)
|
|
|
Cannes a Roma dal 7 al 13 giugno ( 4 Giugno 2007)
|
|
|
|
Ultime Schede |
|
|
|
|