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Lars von Trier Biografia di Lars von Trier

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Nato nel 1956, Lars Von Trier, all'anagrafe Lars Trier (il "von", infatti, è stato aggiunto da lui stesso per puro spirito di provocazione) realizza i suoi primi cortometraggi tra il 1967 e il 1971 grazie ad una super8 regalatagli da sua madre. Dal 1974 studia presso Scuola nazionale di cinema di Danimarca.
Sono di questi anni "Nocturne", "The last detail" e "Befrielsesbilleder". Gira circa 40 spot pubblicitari prima del suo debutto internazionale con il lungometraggio L'elemento del crimine dell'1984 che vince numerosi premi: a Cannes e a Chicago. Nel 1987 il suo Epidemic ha una buona accoglienza a Cannes. Nel 1988 Von Trier dirige Medea (su una sceneggiatura di Carl Dryer) per la televisione che gli fa ottenere il premio Jean d'Arcy. Ma è nel 1991 che, grazie al film Europa, premiato a Cannes con il Premio speciale della giuria, a Stoccolma, a Puerto Rico e in Belgio, viene consacrato agli occhi di pubblico e critica.
Nel 1995, Il Regno - The Kingdom, una serie-tv, ottiene un grandissimo successo. Con Le onde del destino (1996) Lars Von Trier sembra arrivato a realizzare il suo film più personale ed ancora una volta entra nel palmarès di Cannes vincendo il Premio speciale della giuria. Nel 1997 presenta al Festival di Venezia Il Regno 2 e nell'anno successivo è di nuovo a Cannes con Idioti, secondo film del Dogma 95.
Nel 2000 firma a otto mani D-Day e vince la Palma d'Oro per il miglior film e la migliore attrice (Bjork) con Dancer in the Dark. Nel 2003 presenta a Cannes Dogville (primo lungometraggio della trilogia "Usa - Land of oppurtunities" che il regista danese ha voluto "dedicare" all'America più marcia e oscura) e, nello stesso anno, a Venezia il discusso documentario Le cinque variazioni. Dopo il docu-film, il regista torna alla sua personalissima trilogia americana con il sequel di "Dogville": Manderlay (2005). "Il grande capo" (2006), la commedia satirica sul mondo del lavoro di oggi, è un film inatteso, che segna il passaggio dalla prima fase della carriera di Lars Von Trier alla fase crepuscolare, per non dire segnata dalla depressione, che si esplicita con "Antichrist" e "Melancholia", dove tocca vette di poeticità e perfezione estetica mentre si immerge in una spirale di pessimismo prima, nichilismo poi.
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Melancholia | Lars von Trier
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Antichrist | Lars von Trier
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Il grande capo | Lars von Trier
Manderlay | Lars von Trier
Dogville | Lars von Trier
Le cinque variazioni | Lars von Trier
Dancer in the dark | Lars von Trier
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