Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Ottobre 2011 Ottobre al cinema

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a cura di Glauco Almonte
Tra Venezia e Roma, oltre a 500 km abbondanti, c'è un mese e mezzo: ottobre diventa così la 'terra di mezzo' nella quale, usciti da qualche settimana i film della Biennale (“Quando la notte”, “Il villaggio di cartone” e “Cavalli” i tre titoli ritardatari), trovano spazio due tipologie di film italiani, quelli che non hanno bisogno della vetrina dei festival e quelli che non sono in grado di procurarsela. In questa terra di Boldi, Bisio, Salemme, De Luigi & co. (che troveremo di nuovo in sala tra due mesi, è sicuro) c'è spazio per una sola grande eccezione: Paolo Sorrentino, in sala il 14 ottobre con “This must be the place”, che a differenza del “Divo” non gli ha portato premi (ma proprio grazie al “Divo” e alla vetrina di Cannes ha potuto coinvolgere Sean Penn, allora presidente di giuria). Gli aspiranti Sorrentino del mese, quelli che a Venezia sono andati da spettatori e Roma la snobbano, sono Mirca Viola che esordisce con la commedia “L'amore fa male”, aiutata da un cast di giovani attori già famosi, Gian Paolo Vallati, premiato in primavera al Roma Indipendent Film Festival con “Cara, ti amo...”, Francesco Lagi con la divertente “Missione di pace” nei Balcani – con un cast eccellente – e Francesco Gasperoni, che reclama per il suo thriller “Parking Lot” la qualifica di primo film italiano in 3D.
Detto della povertà (qualitativa più che quantitativa) dell'offerta nostrana, ottobre resta comunque un mese interessante: il primo weekend accontenta ogni gusto, dall'intenditore con “L'amore che resta” di Gus Van Sant al coraggioso con il francese “Tomboy”, passando per il nostalgico (un altro “Jane Eyre”, tanto inutile quanto ben fatto), fino ai palati meno fini di chi apprezza l'horror-fotocopia (“Final Destination 5”, scommettiamo che qualcuno sfuggirà alla morte e verrà perseguitato?) o l'action movie per adolescenti (“Abduction”, un film interamente costruito su e per un non-attore che in “Twilight” aveva l'unico compito di togliersi la maglietta ogni 3 minuti e mostrare i pettorali ad ogni scena più scolpiti).
Migliori i compagni di viaggio di Sorrentino venerdì 14 ottobre: Paul W. S. Anderson, dedito all'action-fantasy, propone la versione 3D dei “Tre Moschettieri” con un cast da urlo; Jon Favreau, regista di “Iron Man”, azzarda il western fantascientifico “Cowboys & Aliens”, che sarebbe potuto essere un ottimo z-movie con Maciste o Dracula come arbitri della partita; dagli States arriva anche “Amici di letto”, una commedia stranamente intelligente e con un'ottima prova dei due protagonisti, Justin Timberlake e Mila Kunis; è accattivante la trama della coproduzione tra Spagna e Italia “I Want to Be a Soldier”, non fosse che da noi lo presenta Valeria Marini; per tutti, non solo per i ragazzi, la nuova animazione giapponese scritta da Hayao MiyazakiArrietty”, presentato un anno fa nella sezione Alice nella città del Festival di Roma.
Venerdì 21 ottobre si fa sul serio: dopo le polemiche sulle idiozie dette in conferenza stampa a Cannes, esce in Italia l'ultimo film di Lars Von Trier, “Melancholia”, presentato inizialmente come film di fantascienza ma in realtà di impianto classico. “Melancholia” toglie luce a quello che probabilmente è il miglior film in uscita, “Una separazione”, iraniano che ha sbancato l'ultima Berlinale portandosi a casa l'Orso d'oro e entrambi i premi per la recitazione, assegnati all'intero cast e non ad attori singoli. La Disney – stavolta sì, è solo per i più piccoli – porta in sala “Maga Martina 2”, seguito del primo episodio uscito due anni fa. Interessanti infine due titoli che avranno poca visibilità ma che potrebbero dimostrarsi validi, “Un poliziotto da happy hour” (il titolo italiano è pessimo, ma si tratta di un'opera prima irlandese) e la commedia d'azione “Super” con Ellen Page e Liv Tyler. Di “Paranormal Activity 3” è anche inutile parlare.
L'ultimo weekend del mese, che subirà qualche modifica con l'inizio del Festival di Roma il giorno prima, propone per ora tre coppie da tenere d'occhio: la classica Julia RobertsTom Hanks (anche regista) in “Larry Crowne”, quella più strana che vede Oliver Parker dirigere Rowan Atkinson alias “Johnny English” e infine la suggestiva accoppiata produttore/regista Peter JacksonSetevn Spielberg nientemeno che per un film d'animazione, “Le avventure di Tintin”, tratto dal celeberrimo fumetto del belga Hergé.