Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Roma 2006 18/10: "La sconosciuta", mistero e dolore

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a cura di Andrea Olivieri
Un film forte, intenso, misterioso, con andamento da thriller e musiche incalzanti firmate Ennio Morricone. La platea dei giornalisti ha accolto con un lungo applauso, nell'anteprima stampa, il nuovo film di Giuseppe Tornatore "La sconosciuta" (in sala dal 20 ottobre), presentato nella sezione Premier della Festa di Roma.
A distanza di sei anni dal suo "Malena", è un ritorno alla grande quello del regista siciliano che firma un noir duro e 'violento'. Protagonista una donna ucraina (interpretata dall'attrice rivelazione russa Ksenia Rappoport), Irena, dal passato tormentato che arriva in Italia con un obiettivo preciso. Farsi assumere come baby sitter in casa di una giovane coppia. Sullo sfondo di una Trieste irriconoscibile, piano piano il passato di Irena riaffiora. Si scopre così che è un'ex prostituta ucraina, torturata, sfruttata e violentata dal suo aguzzino, riuscita a fuggire dopo averlo ucciso. Completano il cast Michele Placido, Claudia Gerini, Pierfrancesco Favino, Piera Degli Esposti, Alessandro Haber e Margherita Buy.
"Mi sono sentito dire che è un film molto diverso da quelli che ho diretto in precedenza, perché è un film violento, duro - dice Tornatore - ma io ho cominciato con un film così, 'Il camorrista', solo che dopo non ho più trovato storie che mi consentissero di usare questo registro". E il regista non accetta neanche paragoni con le atmosfere di Hitchcock o Tarantino. "A un certo punto sul set ho sentito qualcuno paragonarmi a Tarantino - racconta -, ma che io ricordi film con tanto sangue si facevano anche prima di lui. In realtà quello che a me interessava era una storia di personaggi e sentimenti molto semplici. Uno dei temi del film che più mi attraevano è l'abitudine, che abbiamo oggi, di delegare tutto, anche i sentimenti. Allora mi sono chiesto cosa succede a una persona quando qualcuno gli delega i suoi affetti".
"L'ispirazione nasce da un fatto di cronaca, 'un'articolo - spiega il regista - che lessi molti anni fa e che parlava di una donna che, in collaborazione con il marito, faceva figli su ordinazione". Proprio quello che accade alla protagonista costretta a partorire su commissione per poi vendere i bambini a coppie che non possono averne.
Commozione e lunghi applausi alla Festa di Roma per "This is England", il toccante dramma dell'inglese Shean Meadows, sulla storia di un piccolo orfano che si riscatta, abbracciando l'ideologia skinhead. La calda accoglienza riservata al film, che il regista ha ispirato a i suoi trascorsi violenti nella Gran Bretagna thatcheriana degli anni '80, lo candida di prepotenza tra i favoritissimi per un premio.
Straordinaria e di grande maturità anche l'interrpretazione del 12enne Thomas Turgoose, che presta il volto al piccolo protagonista. A impreziosire l'opera di Meadows, oltre a una meticolosa ricostruzione di ambientazioni e atmosfere che accompagnarono l'Inghilterra di quegli anni, anche un pizzico d'Italia. Lo spunto del film deriva infatti da un brano dell'italiano Ludovico Einaudi, che ha poi realizzato la colonna sonora.
"Le donne che lavorano e sono autonome in Iran sono molte. Volevo proprio raccontare uno spaccato della società di oggi". Così la regista e attrice iraniana Niki Karimi ha spiegato "A Few Days Later...", film che presenta In concorso alla Festa del cinema di Roma e che racconta la storia di una designer di successo, Shahrzad, alle prese con decisioni importanti per il proprio futuro e la propria vita.
"Avrei potuto chiamare questo film 'Distanza' - ha spiegato la regista - perchè la protagonista ha una certa distanza dalla società. Decidere, fare delle scelte nella vita non è mai facile. In Iran convivono tradizione e apertura alla modernità, la difficoltà di Shahrzad è proprio quella di relazionarsi al mondo circostante. Ci sono tante solitudini come quella raccontata nel film - ha proseguito - tante donne non hanno il diritto o hanno difficoltà ad esercitare una serie di professioni. Ma al tempo stesso ci sono donne medici, scrittrici, avvocati che stanno lavorando per creare una parità di condizioni. L'Iran è un paese patriarcale ricco di contraddizioni e contrasti, con il mio cinema spero di influire e perchè no cambiare la società". E sulla questione del velo per le donne, di cui discute in questi giorni tutta Europa, dice saggiamente: ''il vero problema non è metterselo o no ma poter averne o meno la scelta".
Nella giornata di domani per la sezione Cinema2006, In concorso verranno presentati "La strada di Levi" di Davide Ferrario (17, Sala Sinopoli), documentario che ripercorrendo l’avventura di Primo Levi mostra la condizione e le contraddizioni dell’Europa moderna, e "Nacido y criado" del regista argentino Pablo Trapero (22.30, Sala Sinopoli).