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Martin Scorsese Biografia di Martin Scorsese

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Martin Scorsese nasce nel borough di Queens nel 1942 e coltiva fin da piccolo una passione per il cinema. Studia per diventare prete, ma cambia idea e si iscrive alla scuola di cinematografia dell'università di New York, dove dirige i suoi primi cortometraggi. Il primo lungometraggio arriva dopo una serie di lavori sperimentali, "Chi sta bussando alla mia porta?", un film drammatico che vede nel cast Harvey Keitel, e segna l'inizio della collaborazione di Scorsese con la produttrice Barbara De Fina e la montatrice Thelma Schoonmaker.
Lascia New York per Hollywood, e lavora come produttore. Il primo lavoro che riceve una vasta distribuzione viene prodotto dalla American International Pictures di Roger Corman: "America 1929: sterminateli senza pietà" (1972), con Barbara Hershey e David Carradine.
Il primo colpo importante lo ottiene l'anno successivo con "Mean Streets", girato nuovamente nella "sua" New York, ma con lo stesso staff del film precedente. Nella pellicola compaiono per la prima volta alcuni dei tratti stilistici principali tipici della produzione del regista americano: dal punto di vista umano, i protagonisti sono non solo persone comuni, spesso quasi banali, ma veri e propri antieroi emarginati, mentre dal punto di vista artistico Scorsese ricorre ad una fotografia insolita, assecondata dalla particolare regia e dalla musica popolare; inoltre, spesso in gioco sul grande schermo ci sono degli opposti, come la religione e la vita dei gangster. Da non sottovalutare anche il fatto che, tra le altre cose, il film segnò l'inizio della prolifica collaborazione di Scorsese con Robert De Niro, che diventerà l'attore-feticcio di Scorsese e protagonista di alcuni dei suoi film più importanti.
Dopo aver subito alcune critiche, secondo le quali non avrebbe saputo girare un film di donne, gira come risposta "Alice non abita più qui" (1974), e la protagonista Ellen Burstyn vince il premio Oscar come migliore attrice. Il film successivo fu "Italoamericani" (1974), che Scorsese ha sempre dichiarato essere il suo favorito tra le sue pellicole. Si tratta di una via di mezzo tra un film ed un documentario, che lancia uno sguardo sulla vita degli immigranti italiani a New York, nel quartiere italiano Little Italy. Tra i protagonisti del film figurano i genitori stessi del regista.
Tornato alla sua amata New York, Scorsese iniziò a sviluppare l'idea per quello che poi sarebbe diventato uno dei suoi film più importanti, "Taxi Driver", acclamato da critica e pubblico come un capolavoro fin dalla sua prima apparizione. Nel ruolo del tassista appare di nuovo Robert De Niro, ed il film vinse la Palma d'Oro al Festival di Cannes del 1976.
Successivamente Scorsese dedica alla propria città un intero film, "New York, New York" (1977), un musical che vede ancora Robert De Niro, affiancato da Liza Minnelli, nel ruolo del protagonista. Nonostante il progetto ambizioso ed un ottimo cast, questa pellicola non ottenne un buon riscontro, e venne addirittura considerato da molti come un film non riuscito. A causa di queste critiche, Scorsese attraversò un periodo di profonda crisi professionale. Riuscì a distrarsi e a tenere la mente lontano dalla depressione grazie ad un nuovo progetto già in cantiere, un documentario sull'ultima esibizione live del gruppo musicale The Band. Nel film appaiono volti celebri come Muddy Waters, Bob Dylan, Van Morrison e molti altri. Il risultato lo si può ammirarare nel film-concerto "L'ultimo valzer" (1978), che riscosse un grande successo nei festival e tra gli amanti della musica pop, facendo risalire le quotazioni di Scorsese .
Nell'aprile 1979 dà il via ad un progetto messo in cantiere da molto tempo, la biografia del pugile americano Jake LaMotta, ispirato alla sua autobiografia. "Toro scatenato", girato per ragioni artistiche interamente in bianco e nero, divenne in breve un vero e proprio film cult, ed è considerato tra le pietre miliari del cinema americano. Per intepretare l'ex-pugile in declino, Robert De Niro, ancora una volta protagonista per Scorsese, ingrassò di 30 chili, arrivando ad avere problemi di salute negli ultimi giorni delle riprese (che furono affrettate per permettere all'attore di tornare in salute). La metamorfosi gli valse il premio Oscar come migliore attore.
La coppia Scorsese-De Niro, però, non terminò ancora il sodalizio artistico, ma diede vita ad un altro film pochi anni dopo, "Re per una notte", un ritratto impietoso degli atteggiamenti paradossali dettati dalla ricerca della gloria. Nel film appare un inedito Jerry Lewis in un insolito ruolo drammatico.
Uno dei progetti più ambiziosi del regista era sempre stato quello di fare un film sulla vita di Gesù. Il sogno di Scorsese si avverò nel 1983 quando adattò per il grande schermo un romanzo dello scrittore greco Nikos Kazantzakis. Il film che ne venne fuori provocò un grande scandalo: "L'ultima tentazione di Cristo", con Willem Dafoe, fin dalle sue prime apparizioni sollevò forti proteste ed addirittura minacce di boicottaggio. Il film affronta, infatti, un tema da sempre molto delicato, ovvero Gesù come "uomo" prima che Dio.
Il lavoro seguente è totalmente diverso dal delicato film precedente. Scorsese si addentra nel mondo delle scommesse e del gioco d'azzardo con "Il colore dei soldi", con Tom Cruise e Paul Newman.
Dopo una collaborazione con Francis Ford Coppola e Woody Allen per il trittico "New York Stories - Storie di new York" (1989), Scorsese iniziò a lavorare al progetto successivo, un gangster-movie, "Quei bravi ragazzi" (1990), incentrato sul mondo criminale newyorkese. Joe Pesci vince un Oscar come miglior attore non protagonista, per la sua interpretazione di uno spietato killer.
Scorsese aveva firmato un contratto particolare con la Universal Pictures: in cambio della produzione de "L'ultima tentazione di Cristo", avrebbe girato un film più commerciale, "Cape Fear - Il promontorio della paura", che portò a termine nel 1991. Il successivo film (tratto dall'opera Premio Pulitzer della scrittrice Edith Wharton) fu "L'età dell'innocenza" (1993), che si stacca fortemente dall'impostazione tipica delle pellicole di Scorsese: è una pellicola dalle sfumature lievi, intimista, ricchissima di dettagli visivi, che denuncia l'ipocrisia e i perbenismi della società nella New York di metà Novecento. Forse l'unico lungometraggio del regista nel quale la violenza non è mostrata ed esplicita, ma sottotraccia, insita nei comportamenti della "società bene" di quel periodo, che non tollerava deroghe alle leggi non scritte della moralità. Ottimo e sapientemente assortito il cast che ha saputo ben amalgamarsi, con interpretazioni sensibili e profonde, allo spirito del film: Daniel Day-Lewis, Michelle Pfeiffer e Winona Ryder.
Nel 1995 esce nei cinema con addirittura due nuovi film. Il primo è "Casinò", con Sharon Stone, sulla nascita ed il declino delle bande criminali di Las Vegas dagli anni '70 in poi, mentre il secondo, in realtà più un documentario, "Un secolo di cinema - Viaggio nel cinema americano di Martin Scorsese", esamina criticamente l'evoluzione dell'arte cinematografica di Hollywood. Nel 1997 gira "Kundun", dedicato all'esilio del Dalai Lama e ai suoi anni all'estero, e riceve una prestigiosa onorificenza a vita dall'AFI (American Film Institute). Nel 1999 torna dietro la macchina da presa con "Al di là della vita", un dramma con Nicholas Cage nel ruolo di un paramedico sull'orlo di una crisi nervosa, che segna il ritorno di Scorsese a New York.
Questa scelta viene riconfermata con il film successivo, una produzione imponente girata quesi interamente negli studi di Cinecittà a Roma (scenografie di Dante Ferretti): "Gangs of New York", un affresco sulla storia delle radici di una città complessa e unica al mondo come NY e di tutta l'America. Tra i protagonisti Leonardo Di Caprio, Daniel Day-Lewis e Cameron Diaz.
Nel 2005 "The Aviator", un lavoro sulla vita della leggenda di Hollywood Howard Hughes, per il quale il protagonista Leonardo Di Caprio ha vinto il Golden Globe come miglior attore. Anche in questo caso si è trattato di una produzione imponente, ed ancora una volta le scenografie sono state curate da Ferretti.
L’ultimo lavoro, "The Departed", vede consolidarsi il sodalizio artistico con Leonardo Di Caprio, nel quale Scorsese sembra aver trovato il suo nuovo "attore-feticcio"; da notare che Di Caprio gli era stato segnalato proprio da Robert De Niro, con il quale il regista aveva precedentemente formato una coppia inossidabile.
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