AAA Il lato buio del suono
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Totalmente immersi in un mondo di suoni e parole, costantemente colpiti da sollecitazioni uditive, nel nostro quotidiano il silenzio diventa un elemento imbarazzante. Un fastidioso buco esistenziale da colmare. Un'arma nelle nostre mani per "non voler dire". Innalzato a vessillo dell'incomunicabilità diventa giustificato solo come un rifugio per il corpo e la mente. Abbiamo costruito sovrastrutture così complesse ed elaborate da confinare il silenzio in particolari luoghi che per la loro natura potremmo definire sacri: la sua esistenza è infatti universalmente accettata nelle performance attoriali, nelle scelte registiche, ma anche in spazi fisici come musei e luoghi di culto religioso (dove la ritualità del gesto è di vitale importanza). In ambito teatrale e cinematografico dobbiamo intendere i vuoti sonori non come assenza d'informazione ma come negazione della parola per spostare l'attenzione del pubblico su elementi comunicativi diversi. I limiti tecnici delle prime pellicole cinematografiche imponevano necessariamente l'esasperazione della mimica corporea, portando l'attore ad estremizzare le proprie azioni fino ad una gestualità surreale e grottesca. Non ci troviamo però di fronte ad una vera e propria scelta (come potrebbe invece essere quella del mimo) ed il discorso cambia radicalmente con l'introduzione del sonoro: la creatività si arricchisce di un nuovo elemento. Il silenzio diventa uno strumento nuovo che contribuisce alla produzione del climax e conduce lo spettatore attraverso il sentiero della narrazione esaltando l'orizzonte di attesa. Il regista gioca con il silenzio perchè sa che il nostro orecchio non è abituato a percepirlo: il peso specifico della parola e ciò che con essa si vuole comunicare, cambia se introdotto o seguito da una pausa sonora; la quiete ci tiene imprigionati in uno stato di attenzione costante. A questo punto nel prodotto cinematografico accade qualcosa. E' proprio il silenzio a farci notare come motivazioni di natura religiosa, storica e filosofica siano determinanti di una sostanziale frattura tra cinema occidentale e orientale. Nel primo si nota come il lato buio del suono sia spesso utilizzato come strumento tecnico per interrompere una successione sonora; è estraneo all'azione. Nel secondo ne costituisce il contenuto con i personaggi che agiscono sullo sfondo diventando veri e propri suoni in lontananza. Il suo essere così protagonista rende forse le situazioni poco fruibili ad uno spettatore non proprio attento, ma certamente i rapporti tra i personaggi vengono arricchiti di drammaticità e significato. Si toccano le corde nascoste dell'emotività, si entra nel raggio d'azione di forze che si rimettono alla sensibilità di chi opera e di chi ascolta. Tutto diventa magicamente sospeso e rarefatto. Al di là del contesto generale narrativo si possono creare, e non unicamente descrivere, veri e propri micro-mondi che albergano nell'animo umano; non tutto può essere comunicato per mezzo di parole e suoni, esistono stati d'animo che per essere anche lontanamente accennati hanno bisogno di un punto di vista totalmente soggettivo e quindi non reale, dove spazio e tempo sono immobili. In attesa. Nel silenzio. |
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||