Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Cannes 2005 13/05: Prime giornate di Festival

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a cura di Vaniel Maestosi
Dopo una prima giornata preparatoria, nella quale non sono stati presentati titoli di grande attrattiva, eccezione Lemming, film francese in Concorso molto sostenuto da queste parti, entra fortemente nel vivo l'edizione 2005 del festival di Cannes.
In mattinata abbiamo assistito a Match Point, nuova curiosa pellicola di Woody Allen regista, autore questa volta di una sorta di thriller caustico, interpretato da Matthew Goode e dalla bellissima Scarlett Johansson.
Lontano dalla commedia, ma non dai toni tipici del regista americano, Match Point traccia con cattiveria l'identikit di un insegnate di tennis londinese, arrivista e pronto a tutto per mantenere la posizione di privilegio conquistata. Il risultato è un film ben diretto, dal continuo contrappunto musicale dell'opera che ricorda moltissimo il suo Crimini e misfatti.
Accolto decisamente con maggiore entusiasmo Hwal, il nuovo film di Kim Ki-Duk, ancora una volta alle prese con una poetica storia di rinuncia, amore e silenzi. Ricco di autocitazioni e di luoghi ricorrenti nella sua produzione, il film presentato nella sezione Un Certain Regard racconta, con il tocco inconfondibile del regista coreano, di una ragazza che non conosce dalla sua infanzia altro luogo che non sia il battello in mezzo al mare sul quale vive in compagnia di un protettivo uomo, molto più anziano di lei.
Oggi l'atteso Last days, ultima fatica di Gus Van Sant (ancora in concorso dopo la vittoria di due anni fa con il suo Elephant), dedicato agli ultimi giorni di vita di Kurt Cobain.
Un film di cui si fa un gran parlare, decisamente molto di più dell'altro film in concorso della giornata: Bashing, deludente ultima pellicola di Masahiro Kobayashi. Il film narra di una ragazza giapponese malvoluta nella sua comunità a causa del suo passato come volontaria nei servizi di assistenza alla guerra in Iraq. Uno spunto, tratto da una storia vera, per un'analisi alquanto spietata del Giappone moderno, ma decisamente poco incisivo.
In mattinata tocca anche a Where the Truth Lies di Atom Egoyan, dramma interpretato da Kevin Bacon, Alison Lohman e Colin Firth. La storia racconta di un giornalista che vuole indagare su un vecchio caso di omicidio che molti anni prima ha rovinato la carriera di due comici televisivi. Il regista canadese potrebbe questa volta puntare al premio più ambito, dopo che il suo splendido Il dolce domani (The Sweet Hereafter, 1997) si era dovuto “accontentare” del Gran Premio della Giuria nel 1997, e nel 1999 l’altrettanto prezioso “Il viaggio di Felicia” (Felicia’s Journey, 1999) non aveva ottenuto alcuna segnalazione.
Tra le molte altre “chicche” che questa giornata di festival offre vogliamo anche ricordare il documentario del regista turco Fatih Akin, vincitore lo scorso anno del festival di Berlino con il magnifico “La sposa turca” (Gegen die wand, 2004); Crossing the Bridge - The Sound of Istanbul, questo il titolo del suo lavoro presentato fuori concorso. Infine la proiezione dell’unico film della storia del cinema che si è aggiudicato sia la Palma d’Oro che l’Oscar: Marty, vita di un timido di Delbert Mann, che nel 1955 lanciò un grande caratterista come Ernest Borgnine. Da rivedere.