Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Venezia 2007 08/09: trionfa di nuovo Ang Lee

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a cura di Andrea Olivieri
"Il 'mio' Leone d'Oro? Avrei esitato tra il film di Kechiche e quello di Anderson". Marco Muller ammette che il suo 'verdetto' finale sulla 64ma Mostra del Cinema di Venezia sarebbe stato diverso da quello della giuria presieduta da Zhang Yimou. "Ma la giuria è sovrana", sottolinea subito nel tradizionale incontro con i giornalisti di fine festival, che quest'anno ha un sapore particolare dal momento che il suo mandato quadriennale scadrà il prossimo dicembre. Così dopo una giornata convulsa, caratterizzata da incontrollabili rumors e vane indiscrezioni, ecco dunque il verdetto ufficiale di un Concorso che ha tenuto con il fiato sospeso fino all'ultima ora.
Il Leone d'Oro è andato a "Lust, Caution" di Ang Lee. Il regista di Taiwan fa così il bis dopo "Brokeback Mountain" di due anni fa. Ang Lee ha dichiarato "si può pensare che il secondo Leone sia più facile da ricevere, ma vi garantisco che non è così. Questo Leone è un Leone selvaggio come il film che ho fatto. Questi film è stato completato grazie al lavoro di tutti i miei attori e produttori". Ang Lee ha poi voluto ricordare Ingmar Bergman e Michelangelo Antonioni e ha citato l'incontro che ha avuto con il regista svedese.
A chi gli chiede se non sia troppo la vittoria, per il terzo anno consecutivo di un film cinese (nel 2005 lo stesso Ang Lee con 'Brokeback Mountain', nel 2006 'Still Life' di Jia Zhangke), il Direttore Muller replica: "Sono state decisioni delle giurie. E comunque, Ang Lee è un regista taiwanese e quest'anno ha portato alla Mostra un film molto diverso dal 2005, un film 'fuori linea' per la Cina, trattando di intrighi politici nella Shanghai occupata dai giapponesi a metà degli anni '40. Tanto è vero che sta combattendo con le commissioni di censura per non farlo snaturare dai tagli. E se è per questo, i giurati quest'anno mi hanno anche detto di aver preso in considerazione anche altri due film asiatici in concorso 'Help me eros' e 'Mad Detective'".
Poco prima è stato consegnato il premio alla carriera, Leone d'Oro del 75°, a Bernardo Bertolucci. La sala grande del Palazzo del Cinema ha accolto il regista di Parma con un lungo e commosso applauso.
Il Leone d'Argento per la miglior regia è andato a "Redacted" di Brian De Palma, durissimo film, quasi sperimentale, sulla guerra in Iraq. "Redacted", racconta, attraverso i vari media coinvolti nel conflitto (le televisioni, i blog, i filmati amatoriali) un episodio di stupro di alcuni soldati americani su una ragazza irachena.
La Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile è andata alla trasformista Cate Blanchett per la sua interpretazione di Bob Dylan in "I'm not there" di Todd Haynes. La migliore interpretazione maschile è invece andata a Brad Pitt per "The Assassination of Jesse James by the coward Robert Ford" del neozelandese Andrew Dominik.
Il Premio Speciale della giuria è andato ex-aequo a due opere. Il primo vincitore è "La Graine et le Mulet" di Abdellatif Kechiche, pellicola fino alla vigilia considerata il favorita per il Leone d'Oro. Anche se non ha ottenuto il riconoscimento maggiore il film del regista franco tunisino è stato salutato da critica e pubblico come una delle sorprese più belle e fresche di questa Mostra. A Todd Haynes il secondo Premio Speciale della Giuria per "I'm not there", il film particolarissimo dedicato a Bob Dylan.
Un Leone d'Oro per il complesso della propria opera è andato a Nikita Mikhalkov. Il riconoscimento, non previsto dal protocollo e spuntato fuori all'ultimo minuto, sembra frutto di un qualche compromesso all'interno di una giuria molto divisa. Il regista russo era in concorso alla Mostra con il film "12", remake di "La Parola ai Giurati", ed era entrato nella rosa dei papali negli ultimi giorni del concorso. L'Osella D'oro per la miglior fotografia è andata a Rodrigo Prieto per "Lust, Caution" di Ang Lee. L'Osella per la migliore sceneggiatura è andato a Paul Laverty per il film di Ken Loach, "It's a Free World".
Il Premio Marcello Mastroianni ad un giovane attore o attrice è andato a Hafsia Herzi per "La Graine et le Mulet" del franco tunisino Abdellatif Bechiche. Il Leone del Futuro è stato consegnato al messicano "La Zona" di Rodrigo Plà presentato nelle Giornate degli Autori. Il verdetto della giuria ha bocciato tutti e tre i film italiani in gara, a bocca asciutta anche Paul Haggis, regista di "In the Valley of Elah".