Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Siviglia 2007 2/11: Apre "La masseria delle allodole"

Invia questa pagina via e-mail a chi vuoi tu Stampa questa pagina
a cura di Riccardo Rizzo
E’ stata “La masseria delle allodole” dei fratelli Taviani ad aprire ufficialemente questa edizione del Festival del cinema europeo di Siviglia. Una edizione che prevede la proiezione di centocinquanta titoli provenienti da trentatrè Paesi, per la maggior parte europei, dal 2 al 10 novembre. Sedici anteprime nazionali fanno parte della Selezione Ufficiale, che comprende -fuori concorso- proprio il film dei Taviani e quello dell'ungherese Bèla Tarr The man from London, e che si contenderanno il Giraldillo de Oro.
Alle 20.30 nel Teatro Lope de Vega ha avuto luogo il Gala di inaugurazione, al quale hanno partecipato diverse personalita politiche ed istituzionali insieme a giornalisti e, ovviamente, professionisti del settore. Paolo Taviani, “orfano” del fratello Vittorio “rimasto a casa per un’influenza e quasi senza voce”, ha presentato la loro ultima fatica, che vede tra i protagonisti la spagnola Paz Vega. La storia narra le atrocità sofferte dalla popolazione armena nella Turchia del 1915. Una storia che il governo turco voleva boicottare – spiega il regista – chiamando addirittura alcune autorità italiane perchè il film non venisse girato. Ma la risposta del governo fu che l’Arte in Italia era libera, e alla fine la pellicola si realizzò. L’autore di “Padre padrone”, vincitore della Palma d’Oro a Cannes nel 1977, ha poi decantato le lodi di Paz Vega, dicendo che i suoi occhi neri sono cinema puro, e raccontando che la prima volta che si videro l’attrice parlò più con i suoi occhi che con le parole. Cambiando discorso, si è detto poi molto contento della nuova generazione di cineasti che si sta formando in Italia, sostenendo che sono tanti i giovani con talento che si stanno affaciando nel panorama cinematografico. Il problema semmai, è che a volte non li si vede al di là che nei festival, e che purtroppo spesso non c’è una adeguata conoscenza di altre cinematografie, come quella spagnola o francese per esempio, eccetto autori isolati come Almodovar per esempio. Per concludere il regista toscano sostiene che la soluzione sarebbe uscire dal circolo vizioso che vede le distribuzioni controllare tutto.