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Il 9 ottobre 1967 Ernesto Che Guevara veniva ucciso in Bolivia. In occasione del quarantennale della sua morte, Dario Fertilio ne rivisita il mito e i suoi lati oscuri.
Una Cuba inquieta e spettrale, al crepuscolo del regime di Fidel Castro, accoglie Riccardo Modena, agente letterario di un’importante casa editrice, sulle tracce dei mitici diari mancanti di Che Guevara.
Su quegli scritti pericolosi del celebre eroe rivoluzionario, a lungo proibiti perché in odore di eresia, si è scatenata da tempo una ridda di ipotesi e un’infinità di interpretazioni: ora però, con la prospettiva di un contratto di favore e la benedizione delle massime autorità cubane, il protagonista si sente a un passo dal grande colpo editoriale. Riccardo Modena, tuttavia, è un uomo in crisi: sessantenne, come molti della sua generazione ha ripudiato gli ideali e i miti sessantottini per inseguire il miraggio del benessere e della carriera, ritrovandosi insoddisfatto e deluso alle soglie della vecchiaia. Nel pieno del sessantotto, anche lui come tanti aveva trovato in Cuba una patria ideale, e in Che Guevara aveva visto il simbolo dell’eroe coraggioso e puro. Cuba, tuttavia, si rivela ben diversa da quella che aveva sognato: in pieno disfacimento il regime castrista, corruzione e affarismo dilagano, il razzismo non ha più maschere, la violenza si respira nell’aria. Scoprirà così che le ragazzine si prostituiscono a quattordici anni e gli slogan ossessivi della propaganda fanno da grottesco sottofondo alla miseria e alla lotta quotidiana per l’esistenza. Ma anche i diari del Che, offerti a Riccardo Modena, si rivelano un miraggio: emergono via via nuovi inquietanti particolari sull’autentica personalità del guerrigliero, documenti finora tenuti segreti ribaltano l’immagine di lui diffusa in Occidente. |
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