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In occasione dell’uscita nelle sale italiane di “Capitalism: A Love Story” il prossimo 30 ottobre, finalmente il Castoro che consacra il più famoso documentarista di oggi.
Michael Moore ha fondato a soli 22 anni il «Flint Voice» quotidiano locale del Michigan, di cui è originario. Amante del suo paese, gli Stati Uniti, del quale però non esita a smascherare le numerose contraddizioni, nel 1989, in seguito alla chiusura di undici stabilimenti della General Motors a Flint, dirige Roger & Me. Dopo un periodo passato tra la conduzione Tv e la recitazione, ritorna al documentario nel 2002 con “Bowling a Columbine” contro le lobby statunitensi di armi, che vince il César come miglior film straniero e l’Oscar come miglior documentario. “Fahrenheit 9/11” (2004), contro la politica di Bush, vince la Palma d’Oro a Cannes. Nel 2007 esce “Sicko”, opera pungente sulla malasanità statunitense. Il suo ultimo lavoro, “Capitalism: A Love Story”, è in uscita il 30 ottobre 2009 nelle sale italiane, dopo esser stato in concorso all’ultima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. |
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