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Regista dello scandalo, per di più donna. Provocatrice, cattolica del dissenso. Intellettuale laica e trasgressiva. Tra demonio e santità. Cinema, televisione, lirica. Due cortometraggi, undici tra documentari e inchieste, sedici film. “Il portiere di notte”, “Al di là del bene e del male” e “Francesco” i titoli più noti di un corpus coerente per originalità d’ispirazione e audacia immaginativa, che consegna la figura di Liliana Cavani alla storia del cinema e della cultura europea.
“Il portiere di notte” – riflessione sul nazismo che diventa analisi dell’amore come luogo psichico assoluto – è il capitolo più altisonante di una carriera dalla spiccata vocazione cosmopolita, per contenuti, scenari, territori storici e culturali attraversati, ravvisabile anche nelle combinazioni produttive dei suoi film, in cui dirige cast internazionali (da Lou Castel a Pierre Clementi a Dirk Bogarde, da Charlotte Rampling a Erland Josephson, da Marcello Mastroianni a Claudia Cardinale, Burt Lancaster, Mickey Rourke, John Malkovich).
La sua opera è la ricerca inesausta attraverso il mistero e il bisogno dell’esserci, dove protagonisti onerosi si spostano dentro e fuori le mura della storia e del tempo in percorsi di sperimentazione continua, tra smarrimenti, consapevolezze e bagliori. I film di Liliana Cavani sono storie di uomini e donne inquieti che amano, soffrono e cercano il bello senza mai sottrarsi ad alcuna prova. Un’antropologia di eroi antieroici, esseri umani normali e insieme archetipici per una carriera artistica che ha il sapore dell’esplorazione, dove ogni film è, prima di tutto, un invito a ogni possibile viaggio nel mondo, intrapreso per scardinare certezze, luoghi comuni, insinuare dubbi, guardare da altri punti di vista.
Dal “Francesco” del 1966 a “Galileo”, da“ I cannibali” a “Al di là del bene e del male” a“ La pelle”, “Interno berlinese”, al secondo “viaggio” nell’universo dell’assisano, dove crea con Mickey Rourke il Francesco “definitivo”, fino a “Ripley’s Game” e ai recenti De Gasperi e Einstein.
Un saggio storico-critico, l’analisi puntuale di tutti i suoi film (con gli apparati completi di filmografia e teatrografia) per raccontare i viaggi di Liliana Cavani, mettere a fuoco temi, luoghi e ispirazioni dell’opera di un autore anticonformista, che ha realizzato un cinema libero da dogmatismi, controverso, appassionato. |
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