|
|
|
|
|
|
|
|
Definire dunque Winding-Refn il "Quentin Tarantino danese", come hanno fatto alcuni cinefili, significa banalizzarne l'approccio al poliziesco ma anche accusarlo di pura furbizia, che per un autore letterario o cinematografico indica spesso un marchio d'infamia. Con Tarantino l'autore danese condivide al massimo certamente una massiccia verbosità, che esula però dai discorsi meno filosofici e citazionistici del regista di “Pulp Fiction”, per imporsi come più secca, estrema, "da strada" ed essenziale. Questa trivializzazione permea anche le situazioni narrative come l'esibizione di una lap dancer nella sequenza della festa del matrimonio di "Pusher II". Un realismo duro e crudo che denuncia quasi l'intenzione registica di filmare un mockumentary sulla delinquenza giovanile della vecchia Europa. Ma le analogie finiscono qui mentre debordano le differenze. |
|
|
|
|
|
I più letti del sito |
|
|
|
|
|
Ultimi Libri inseriti |
|
|
|
Il potere dell'attore di I. Chubbuck
|
|
|
Drammi, sorrisi, bellezza di I. Moscati
|
|
|
Conversazioni su di me e tutto il resto di W. Allen, E. Lax
|
|
|
Il cinema breve. Da Walt Disney a David Bowie. di S. Arecco
|
|
|
Io, Charlotte Rampling di C. Rampling, C. Bataille
|
|
|
Scritti sul cinema di Y. Ozu
|
|
|
Idoli di F. Martinez
|
|
|
Storia del cinema horror italiano di G. Lupi
|
|
|
Filmavo da indipendente, solo e contro tutti di G. Brebbia
|
|
|
Una vita da libidine di J. Calà
|
|
|
|
Archivio Libri di Cinema |
|
|
|
|
|