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"Der Tod in Venedig", romanzo breve (o, se si preferisce, racconto lungo) è senza dubbio uno dei capolavori della narrativa del ‘900. Qui Thomas Mann, con sublime magistero, tratta quello che forse è il tema fondamentale della sua opera, e cioè il conflitto irresolubile tra arte e vita. Gustav von Ashenbach, scrittore, artista quindi, incarna la lotta interiore, lotta che non può aver termine, tra l’ascetica morale borghese e le mai definitivamente domabili pulsioni del profondo.
“La morte a Venezia”, il film che dal testo manniano ha tratto Luchino Visconti, ne riprende la lezione in maniera quasi fedelissima. Di fatto è in quel quasi che sta la motivazione del testo che presentiamo come ulteriore capitolo della serie "corpo a corpo".
Come gli altri volumi della serie anche quest’ultimo si avvale dei contributi di studiosi provenienti da diversi ambiti disciplinari: germanisti e filosofi, storici del cinema e musicologi, a caratterizzare un approccio e una linea di ricerca che crediamo possa essere di una qualche utilità. |
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