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Quando Gerald Clarke cominciò a scrivere la biografia di Truman Capote, lui gli disse: “Non ti rispetterò se non dirai tutta la verità”. Frutto di innumerevoli interviste con lo scrittore e con vari personaggi che lo conobbero, nonché di molti documenti personali, questo libro sincero e scandaloso, corredato di splendide immagini - e da cui è tratto l’omonimo film "Truman Capote - A sangue freddo", interpretato da Philip Seymour Hoffman - fa un ritratto a tutto tondo di una delle figure più geniali e controverse della letteratura contemporanea. Un’indagine dettagliatissima sulla vita di un autore “maledetto” che pretese di essere sempre e comunque in primo piano. Affidato dai genitori a quattro eccentrici cugini dell’Alabama, Truman cresce con la struggente aspirazione a un amore mai ricevuto e invano ricercato attraverso legami burrascosi. Intelligente, spregiudicato e ambizioso, emerge appena ventenne con Altre voci, altre stanze. È l’inizio di una vertiginosa scalata, con risultati eclatanti come L’arpa d’erba e Colazione da Tiffany. Elfo spiritoso e sfrontato, conteso da star del jet set come Elizabeth Raylor, Marilyn Monroe e Gloria Vanderbilt, si aliena col tempo tanto il bel mondo quanto i critici letterari a causa dei suoi atteggiamenti decadenti, dei litigi chiassosi e delle relazioni “particolari”. Nel ripercorrere le tappe di questa esistenza inquieta Clarke scava sotto la superficie abbagliante per rivelare un retroscena di tormentata solitudine, di drammi personali, di naufragio nell’alcol e nelle droghe. Ma quella che ne scaturisce è anche la raffigurazione di un certo ambiente dell’America postbellica, di cui Capote è stato l’interprete più acuto e sensibile. |
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