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Firmato da Luca Malavasi, questo volume si configura come uno studio critico completo sul cinema di Mario Soldati, in cui si prende in considerazione l’interezza del contraddittorio e variegato percorso del regista, dalle prime collaborazioni con Camerini, passando attraverso tutta la sua produzione cinematografica fino al suo diretto coinvolgimento all’interno della televisione italiana a partire dalla fine degli anni ‘50.
Una prospettiva critica rinnovata su uno dei registi meno compresi del cinema italiano, cercando di superare luoghi comuni e resistenze legate alla discontinuità qualitativa della sua produzione: a supportare una visione rinnovata del percorso artistico di Soldati, sono presenti nel libro alcuni elementi di grande interesse tra cui per esempio l'analisi del cortometraggio Chi è dio?, ritenuto fino a pochi anni fa perduto, che permette di inquadrare in modo nuovo il complesso e contraddittorio rapporto di Soldati con il Neorealismo.
L’analisi condotta da Luca Malavasi mira a valorizzare e a indagare in maniera nuova un percorso, quale è stato quello di Mario Soldati, tuttora poco compreso in quanto multiforme, accidentato, aritmico, e disseminato di piccoli capolavori e di film "anonimi". E tuttavia, la sua opera appare cruciale per comprendere le logiche profonde dell’industria culturale italiana dagli anni Trenta al periodo del boom. Superando infatti la dicotomia tra scrittore e regista che da sempre ha interessato la figura di Soldati, Malavasi ne propone un ritratto “in positivo” in cui le varie anime artistiche si fondono tra loro in maniera profonda e indissolubile, facendo emergere con forza l'idea di Soldati come del «primo, grande media-man della cultura italiana».
Tra i film di Soldati, Piccolo mondo antico, Malombra, Le miserie del signor Travet, Eugenia Grandet, La provinciale, La donna del fiume. |
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