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La splendida e insieme vana vita dei protagonisti della Factory warholiana rivive in queste pagine attraverso l’analisi degli oltre cento film realizzati tra il 1963 e il 1968. L’opera filmica di Andy Warhol, sospesa tra fiction e documentario, rispecchia la proverbiale abilità dell’artista nel registrare quanto stava accadendo nella New York degli anni ’60. Dotato di un’intuizione lucida, priva di censure morali ed estetiche, Warhol ha realizzato i suoi film grazie a una tenacia e a una costanza davvero sorprendenti. Le sue opere, da "Empire" a "Sleep", da Nico and The Velvet Underground a "The Chelsea Girls", volutamente inosservanti della grammatica e della sintassi tradizionali, sono state a lungo sottovalutate – o forse incomprese – dalla critica italiana, nonostante la filosofia di Warhol poggiasse su una originalità consumistica minuziosamente programmata, solo apparentemente «usa e getta». Il suo pensiero, non cinico ma realista, è stato anche al cinema uno specchio profetico del nostro presente massificato, e ancora oggi è un forte richiamo a comprendere e a decifrare un mondo mai così mediatizzato. |
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