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Orson Welles approdò in Italia in una fredda sera autunnale. Lasciandosi alle spalle una Hollywood che non lo capiva più, era venuto a cercare nuovi stimoli in un Paese prostrato dalla miseria del dopoguerra, con cui aveva in comune almeno una cosa, l’orgoglio di chi cerca di rialzarsi dalla polvere. Fu subito idillio: Orson dichiarò di essersi fatto adottare dalla Città Eterna, prese casa a Frascati, strinse accordi con case di produzione piccole e grandi, fece la corte alle italiane... ma l’Italia non lo volle. Fra alti e bassi, Welles fece base a Roma per sei anni. Poi si arrese e ripartì. "Orson Welles in Italia" di Alberto Anile ricostruisce uno dei periodi più incerti e avventurosi della carriera di Welles, quello in cui visse in Italia, dal 1947 al 1953. Un periodo straordinario di cui, non esistendo finora un attento studio critico, non si è mai saputo molto. Da Cagliostro a Otello, dall’incontro con Togliatti ai suoi amori (da quello tormentato per Lea Padovani fino al matrimonio con Paola Mori), dagli scandali legati alla sua personalità “eccentrica” alle incredibili avventure produttive dei suoi film “italiani”, dai progetti mai realizzati o andati perduti ai suoi rapporti con Eduardo e Rossellini, passando per la tiepida accoglienza dei suoi film e le feroci liti con critici e giornalisti... |
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