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"È nota l'affermazione, apparentemente paradossale, di Robert Bresson secondo la quale il cinema sonoro ha inventato il silenzio. Contraddizione apparente se si pensa ai suoi film: vuol significare che l'assenza avvalora la presenza (l'immagine) ma rinforza pure gli elementi sonori quando vengono portati all'essenziale: la musica, la voce (più che la parola), i rumori. Analizzare il cinema bressoniano significa anche imparare ad ascoltarlo. È questo l'asse portante del libro di Manlio Piva, che si inserisce con originalità nella ripresa - quanto mai opportuna - di studi sul regista" (dalla premessa di Giorgio Tinazzi). |
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