|
|
|
|
|
|
|
|
Al momento della sua uscita, "Ladri di biciclette" riscosse ampi consensi nel mondo intellettuale: in un’intervista Pavese definì Vittorio De Sica il più grande narratore italiano. Il film ebbe pure un discreto successo commerciale, ma incontrò una fiera opposizione da parte dell’opinione pubblica conservatrice. La stampa cattolica tacciò il soggetto di venature «comunistoidi», attaccandolo per il suo aperto anticlericalismo e per la presenza di elementi giudicati immorali. All’estero invece fu subito accolto come un capolavoro e vinse l’Oscar quale miglior film straniero nel 1949. Giaime Alonge inquadra la pellicola come una sorta di tipo ideale del neorealismo, anzi come il film neorelista per eccellenza, come spiega analizzandone nel dettaglio le sequenze, secondo lo spirito della collana «Universale Film». |
|
|
|
|
|
I più letti del sito |
|
|
|
|
|
Ultimi Libri inseriti |
|
|
|
Il potere dell'attore di I. Chubbuck
|
|
|
Drammi, sorrisi, bellezza di I. Moscati
|
|
|
Conversazioni su di me e tutto il resto di W. Allen, E. Lax
|
|
|
Il cinema breve. Da Walt Disney a David Bowie. di S. Arecco
|
|
|
Io, Charlotte Rampling di C. Rampling, C. Bataille
|
|
|
Scritti sul cinema di Y. Ozu
|
|
|
Idoli di F. Martinez
|
|
|
Storia del cinema horror italiano di G. Lupi
|
|
|
Filmavo da indipendente, solo e contro tutti di G. Brebbia
|
|
|
Una vita da libidine di J. Calà
|
|
|
|
Archivio Libri di Cinema |
|
|
|
|
|