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Il suo cinema racconta il sesso, il potere, la violenza implacabile degli umani, la ferocia definitiva della mortalità. Usa il corpo nudo come un libro bianco su cui scrivere la passione. Sceglie 92 valigie per raccontare la storia di un uomo. Dodici disegni per nascondere un omicidio. Ventiquattro libri per racchiudervi l'universo. Il suo cinema di giochi crudeli fa l'amore con la pittura, la musica, la scienza, la mitologia. A volte, anche con il pubblico. Furiosamente amato, furiosamente odiato, va avanti, incurante. Il cinema è morto, dice. Si corregge: non è ancora nato. Ci prova lui, a trasformarlo. Con le sue immagini raffinatissime, dove passato e futuro convivono in ogni istante Dove ogni fotogramma è uno specchio del Tempo tutto. Tra i suoi film, I misteri del giardino di Compton House (1982), L'ultima tempesta (1991), I racconti del cuscino (1996), Le valigie di Tulse Luper (2003). |
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