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L’approccio di Mario Bava al genere soprannaturale 'si dissolve, si diffonde e scompare'. La tecnica del regista fa spesso ricorso all’espressione visiva, al senso della composizione e del colore. Egli non concentra tutto su un essere o un oggetto straordinario in un ambiente più o meno naturale, ma porta i suoi personaggi principali fuori dalla loro vita normale, fuori dal solito sentiero, verso una foresta buia. Questo nuovo mondo è mutevole, composto di colori e contrasti, e si muove dalla realtà all’irrealtà, dalla vita alla morte e viceversa, attraverso un paesaggio pieno di oggetti e suoni fantastici. I personaggi sono introdotti nell’instabile punto di mezzo tra il livello simbolico e quello sensoriale, e scivolano su scenari nebbiosi decoratissimi ma che paiono incorporei e illusori. Questo spettrale paesaggio collega le due sfere, naturale e soprannaturale, ed è un universo in cui le ombre e le allucinazioni sono vive, sono veri e propri protagonisti. |
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