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In occasione del 25° Torino Film Festival e della retrospettiva dedicata a John Cassavetes, è in uscita un importante volume monografico curato da Jim Healy ed Emanuela Martini.
Ripercorrere oggi l’avventura cinematografica di John Cassavetes significa riscoprire l’energia, la vitalità, l’inventiva, i dubbi e persino i compromessi che hanno caratterizzato il cinema indipendente nella sua epoca d’oro, cioè i vent’anni tra il 1955 e il 1975.
Di tutti gli autori, non solo americani, di quell’epoca, Cassavetes è stato il più indomito e ostinato: ha accettato di lavorare per Hollywood, soprattutto come attore, per finanziare i film che avrebbe realizzato come regista; non si è mai allontanato dal suo personalissimo metodo di elaborazione della sceneggiatura, insieme ai suoi attori; non si è mai sottoposto alle regole codificate del cinema commerciale.
Questo libro cerca, dalla New York del 1959 alla Los Angeles degli anni Ottanta, di raccontare i suoi film e lo spirito che li anima, soprattutto attraverso le sue parole e quelle degli amici e collaboratori che l’hanno seguito e amato per tutta la sua carriera.
«È molto importante fare quello che si ha voglia di fare, essere tanto coinvolti dal proprio lavoro da consacrarvisi completamente, qualunque sia il tempo che questo richiede. Bisogna avere una propria scala di valori, bisogna voler fare, a ogni costo, il proprio film. E bisogna avere un’idea molto precisa di cos’è la messinscena di un film, altrimenti non serve a niente, nemmeno a se stessi.» John Cassavetes.
Il volume è pubblicato da Il Castoro in collaborazione con il 25° Torino Film Festival. |
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