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Il Castoro in collaborazione con Fondazione Cineteca Italiana presenta la seconda e conclusiva tappa dell’omaggio a Luigi Comencini iniziato con la pubblicazione, nel 2007, di un volume sempre a cura di Adriano Aprà, di scritti del regista risalenti al periodo 1938-1974. Il cinema secondo me completa ora il percorso, raccogliendo scritti e interviste di Luigi Comencini, relative al periodo successivo, dal 1975 al 2002.
Dalle grandi interviste rilasciate nei primi anni Settanta alle riflessioni in forma di saggio sui propri film, Comencini racconta l’amore che lo ha legato fatalmente alla settima arte. Un modo per riscoprire un grande regista attraverso la sua visione critica ma sempre appassionata della cinema e della società italiana.
Definendosi ”artigiano” del cinema, Luigi Comencini ha sottovalutato se stesso e il proprio riconosciuto ruolo di autore. Ribadendo con orgoglio la validità di molti suoi film, indipendentemente dall’accoglienza di pubblico e critica, ne ha sempre voluto condividere il successo con coloro che considerava i coautori: sceneggiatori, attori, produttori. La preoccupazione con cui Comencini guardava ai rapidi cambiamenti di un “mestiere” da lui tanto amato non è solo la nostalgia per un cinema che non c’è più: è analisi lucida di un patrimonio materiale e morale che dovrebbe essere di insegnamento per il futuro e che invece viene disperso, ai suoi occhi, nella volgarità dilagante. |
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