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Ignazio e Ada si conoscono sin dall'infanzia. Sono cresciuti insieme, ma la loro diversa estrazione sociale nel tempo li ha divisi. Lui, figlio dell'alta borghesia dei 'galantuomini', è diventato magistrato; lei, figlia di contadini, si è data alla malavita ed è ora a capo di una organizzazione criminale. Una serie di eventi porterà Ignazio e Ada ad un forzato riavvicinamento... |
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“Galantuomini” ha il piccolo grande pregio di caricare sulle spalle di Donatella Finocchiaro il complesso personaggio della protagonista Lucia, attorno al quale si sviluppa una storia d’amore ma anche e soprattutto un film duro e dialettale, a tratti politico, certamente corposo. La bravura e la sensualità – tipicamente meridionale - dell’attrice catanese risaltano e mettono in ombra le buone prove degli altri interpreti, tra i quali va citato il sempre affidabile Beppe Fiorello. Il titolo va ironicamente a rappresentare gli appartenenti alla Sacra Corona Unita, l’organizzazione mafiosa che ha preso il ‘controllo’ delle terre salentine durante gli anni ’80, e ha condannato quelle splendide terre a un periodo di violenta criminalità e corruzione, di notorietà, di perdita dell’innocenza. Tuttavia il film trascende dalla mera descrizione di quel fenomeno, che fa più che altro da contorno alla difficile e controversa storia d’amore tra la boss Lucia e il magistrato Ignazio.
La sceneggiatura, scritta a tre mani, ci consegna qualche punto di domanda ma anche grandi e confortanti notizie: il cinema italiano sta riprendendo negli ultimi tempi un certo filo analitico e intimo che sembrava un po’ perso. Questo film del pugliese Edoardo Winspeare ricorda le atmosfere e i colori di “Respiro”, anche se Winspeare non è purtroppo Crialese. La fotografia dalle tonalità eleganti ci attrae e ci parla del palcoscenico salentino come di una terra di confine, per luoghi e persone. Le uniche figure distaccate – e in un certo qual modo piatte – sono i due magistrati: Laura, nordica, e Ignazio, che è stato appena trasferito da Milano, con la differenza, però, che quest’ultimo in quelle terre c’è nato. La potenza catalizzatrice di Lucia, di cui Ignazio si innamora ben presto, lo tira con forza dentro a quel mondo. Una sorta di risveglio che lo porta a scontrarsi con un mondo pieno di contraddizioni, del quale però capisce le dinamiche. Cuore e dovere s’intrecciano vorticosamente finché a sciogliere sofferente la matassa non ci pensa proprio Lucia, una donna di spiccata femminilità ma anche molto forte, potente e impavida.
“Galantuomini” sembra un poetico ritratto meridionale d’altri tempi. Anche se non esplode mai veramente, quello che si riesce a intravedere basta per lasciare allo spettatore un leggero senso di appetito, beneaugurante per chi si aspetta il meglio dalla stagione cinematografica nostrana. |