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Un rappresentante dell'oligarchia polacca, corrotto dal potere e dalla ricchezza, scopre di soffrire di una seria malattia al cuore. La salvezza può consistere solo nell'immediato trapianto. Per puro caso incontra in ospedale un giovane che non ha più voglia di vivere a causa di una delusione d'amore e della perdita del lavoro. Il potenziale suicida è dunque il donatore ideale, basta solamente aiutarlo a passare ad altra vita... |
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Negli anni novanta la Polonia, paese di nobili tradizioni dal passato glorioso, si lascia alle spalle il comunismo per salutare con gioia (specie degli occidentali) la democrazia. Pochi anni dopo milioni di persone devono però fare i conti con i costi della democrazia e della sua economia di mercato: il neocapitalismo lascia nella miseria gran parte della popolazione, a fronte di un’oligarchia borghese che calpestando diritti civili e alleandosi spesso e volentieri con la criminalità, sembrava l’unica a trarre realmente beneficio dalla transizione.
Zanussi in 'Persona non grata' denunciava questo tradimento di valori e di ideali, interrogandosi circa il futuro del proprio (amato) paese, tutt’ora alla ricerca della propria identità; tre anni dopo ritorna ad affrontare questo tema, sebbene con toni decisamente più leggeri, a tratti fiabeschi. Al centro della narrazione ci sono due uomini agli antipodi per estrazione sociale, età e visione del mondo, che per motivi diversi hanno però bisogno l’uno dell’altro: Konstanty ha bisogno del cuore di Stefan per continuare a vivere, Stefan dell’aiuto di Konstanty per suicidarsi. Ne viene fuori un racconto spiritoso e vivace, che ha la capacità e il merito di far sorridere nonostante tracci un quadro piuttosto cupo della Polonia dei nostri giorni; la verve umoristica sottile e pungente del grande regista di Varsavia riesce con grazia e determinazione a puntare l’indice contro il Male, in qualsiasi forma esso si manifesti e consumi, lasciando spiragli di luce con un finale in cui appare la redenzione e una rinnovata fiducia nel futuro per entrambi.
Presentato in concorso al Festival di Roma, 'A warm heart' è un film tanto grazioso e leggero nella forma quanto profondo ed intelligente nella sostanza, piccolo esempio di un cinema colto che può coniugare divertimento e denuncia ed arrivare diretto allo spettatore. |
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News sul film “A Warm Heart” |
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Roma, vincono "Resolution 819" e "Opium War" (31 Ottobre 2008)
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