Il mestiere del crimine, difficile e multiforme, soprattutto estremamente diffuso in una Londra riconoscibile quasi solo perchè nominata. C'è il boss dei boss, russo onnipotente con così tanti milioni da permettersi di costruire un'intera città nella città, la parodia di Roman Abramovich, patron del Chelsea calcio, è perfettamente riuscita. C'è il boss di Londra Lenny Cole (fantastico Tom Wilkinson), decisamente più elegante, quasi raffinato nello spargere violenza e giustizia secondo criteri antichi di rispetto. C'è il braccio destro Archie, in perfetto stile gangster inglese. C'è il figlio del boss inglese, Johnny, il vero RocknRolla in preda ad uno stato mistico e strafatto di crack che intuisce che un rocker morto vale molto più di uno vivo. Ci sono i delinquenti comuni, soprannominati Mucchio Selvaggio, quelli che vivono di rapine e di espedienti, che intraprendono un colpo molto più grande di loro e nel quale restano incastrati. Loro sono tanti, sono la parte popolare del crimine, i preferiti da Guy Ritchie che proprio a loro affida chiavi, azione dello script e le migliori battute.
Ma oltre questo che certo non sembra poco, troppo spesso la sensazione del 'già visto' prende il sopravvento, citazioni e stile diventano ripetizioni impacciate dei precedenti e riuscitissimi “Lock & Stock” e “Snatch” e decisamente la sceneggiatura di Ritchie brilla molto più della sua regia, sempre al limite dell'irriconoscibile, del girato rock, talmente caotico da risultare superfluo.
C'è anche una donna, la sola, bellissima e fatale Stella (Thandie Newton) che proprio perchè unica diventa motore, cuore, senso e soprattutto tradimento.
E infine c'è anche un quadro, fortunato per il russo, maledetto per l'inglese, mistico per il RocknRolla, solo immaginato per lo spettatore che non lo vede mai ma lo trova ovunque.
Presentato quasi in notturna al Festival Internazionale del Film di Roma 2008 dove forse tornerà il prossimo anno col secondo capitolo della prevista e già annunciata trilogia. |