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Tra commedia e tragedia Spike Lee mette in scena una spietata critica alla televisione e ai mezzi di comunicazione di massa in genere, con un'analisi accurata, quasi certosina della riproduzione dell'immagine degli afroamericani nella cultura di massa degli Stati Uniti dalla pietra angolare "Nascita di Una Nazione" passando per i terribili "MInstrel Show". Una critica feroce che non tocca solo i bianchi ma anche i neri accusati di prestarsi al gioco, di ridursi a macchietta di sè stessi o spettatori di una forma di razzismo accettata perché voluta, imposta dalla televisione. Il regista in modo controverso scrive un ulteriore capitolo di una carriera "politica" tesa a svegliare o risvegliare le coscienze sopite. Probabilmente non ne esce uno dei migliori capitoli, anche per la lunghezza eccessiva.
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