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Il film è un po' un compendio del cinema di Wenders: le riflessioni metacinematografiche, il viaggio, l'attesa, l'approfondimento filosofico, la suggestione delle immagini e della colonna sonora, un certo intellettualismo, la ricerca di sé, il bianco e nero. In più punti sublime, rimane un film ostico e non adatto a qualsiasi palato; può risultare tanto affascinante quanto irritante, o entrambe le cose contemporaneamente. Indimenticabile la battuta: "la vita è a colori, ma il bianco e nero è più realistico"
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