|
|
Lee Holloway, giovane e timida ex paziente di un istituto per cure mentali, dper sfuggire all'alcolismo del padre molto amato, comincia a cercarsi un lavoro. Quando le frustrazioni sono superiori alle sue forze si dedica al suo passatempo: infliggersi dolore nei modi più svariati. Terminato con successo un corso di dattilografia, Lee viene assunta come segretaria dal freddo ed esigente avvocato Edward Grey, nel cui sadismo sembra aver trovato proprio quello che fa per lei... |
|
|
|
|
|
Ultimi commenti e voti |
|
|
|
|
|
|
|
|
7
|
|
|
|
|
Il regista esordiente Shainberg mostra senza peli sulla lingua tutte le declinazioni possibili del sadomaso, portando lo spettatore dentro un mondo alieno, respingente. L’effetto è allo stesso tempo straniante e interessante. Se la visione del trailer o la lettura della trama non vi hanno allontanato, dovrete comunque fare i conti con una sempre spiazzante e stravagante prima mezzora, che probabilmente ha mietuto più vittime della peste. Passato lo scoglio, si entra piacevolemente in sintonia con situazioni e personaggi assolutamente assurdi. Questo perché il lato umoristico fa da padrone, ma il tema è comunque affrontato in maniera seria e analitica, non è un gioco fine a se stesso. Infatti il pregio più grande del film è riuscire a rendere la perversione quasi universale e sdrammatizzata, rispettandone la natura decisamente sopra le righe. Ideale per cinefili onnivori abituati a saltare agilmente da Kurosawa a Zalone, oppure per chi semplicemente cerca un film molto originale.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
7,5
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
6,5
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
7,5
|
|
|
|
|
un film bizzarro e costantemente sopra le righe ma veramente delizioso, e che oltretutto, nel suo piccolo, è riuscito meglio di tanti filmoni blasonati a prendere dei mostri terribili, innominabili e inammissibili per le nostre coscienze - come il sado-masochismo e l'autolesionismo - e a farne qualcosa di accettabile, qualcosa con cui si può tranquillamente empatizzare (in fondo tutti noi sappiamo di che cosa si tratta, no?) e di cui si può persino sorridere. attori perfettamente in parte e parti perfettamente scritte, Spader stupefatto prima di tutto da se stesso e la Gyllenhaal indimenticabile quando gattona e quando se ne sta per giorni inchiodata alla scrivania. giusto il finale è messo lì un po' così, anche perché forse, in effetti, in una storia del genere un vero finale non c'è.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
7
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
4,5
|
|
|
|
|
|