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Tre anni di lavoro, quindici mesi di riprese, dieci storie, dieci paesi... ma nove mesi per tutti!
"Il primo respiro" racconta la storia più universale di tutte: la nascita di un bambino. Vista nelle diverse culture di tutto il mondo: dalla Francia agli Stati Uniti, dall’India al Brasile, dal Giappone alla Siberia. Nell’azzurro di una piscina, tra i delfini, o sulle rive del Gange con l’aiuto di una guaritrice, in una sala operatoria oppure in una foresta con amici intorno che suonano e cantano. Raccontata da Isabella Ferrari. |
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Secondo una leggenda Talmudica quando un bambino nasce possiede la conoscenza di tutte le vite precedenti. Un angelo appare e lo istruisce a mantenere questo segreto, pone il dito sulle labbra del bambino che dimentica tutto. Una traccia del gesto dell'angelo rimane: è il piccolo solco tra le labbra ed il naso.
Soltanto a questo punto il bambino può emettere il suo primo grido.
Sin dalla notte dei tempi la donna ha portato la vita nel mondo permettendo all'uomo di proseguire il suo percorso. Questo immenso dono è legato però ad un grande dolore, è così che la gioia della vita incontra la miseria della carne nell'atto stesso della creazione, come è naturale che sia. A volte ritornando alla sua antitesi nella morte, a volte, purtroppo per la naturale innaturalità dell'animale uomo, venendo violentata e stravolta. Ma nulla può fermare questa stupenda magia che si ripete costantemente, giorno dopo giorno, attimo dopo attimo, in ogni luogo di questo piccolo pianeta.
Il 29 Marzo del 2006, mentre i popoli della terra si fermavano per alzare gli occhi al cielo ed assistere ad un eclissi totale, evento non così comune, le donne continuavano a perpetrare il miracolo infinito. Gilles De Maistre, quasi seguendo il viaggio del sole nero, ha voluto fermare su pellicola le storie di alcune di loro, voltandosi controcorrente verso la terra mentre il sole si oscurava in quel giorno speciale.
Con un'imponente opera di ricerca alle spalle attraverso più di venti paesi toccando tutti i continenti, il lavoro di De Maistre, che già si è interessato al tema della maternità, penetra nell'intimo senza stravolgere, sa avvicinarci ad un momento così privato con naturalezza. Le premier cri mostra l'universalità nelle diversità del mondo, sia culturali che sociali, trovando affascinanti parallelismi nei gesti e negli istinti di creature lontane unite però dall'appartenenza al genere umano con la voce narrante di Isabella Ferrari e le interessanti musiche originali di Armand Amar ad armonizzare delicatamente il tutto. Forse questo pregio è anche un difetto del documentario che a tratti indugia troppo nelle pluralità cercando la visione d'insieme così come appare dubbiosa la scelta della computer grafica per rappresentare la danza dei pianeti durante l'eclissi. Nel complesso comunque una dovuta celebrazione della storia di tutti noi.
Viva le donne! |