Una volta uscito “La Pantera Rosa” (quello del 2005, il primo remake dell’era moderna) era chiaro che il processo appena messo in moto non si sarebbe fermato lì. Come un masso che rotola giù dal versante di una montagna, l’idea iniziale si è prevedibilmente trasformata in una valanga, con tanto di sequel e di “in lavorazione” al seguito. Ci si poteva augurare almeno che la neve fresca ricoprisse il masso, dandogli quantomeno un aspetto migliore; “La Pantera Rosa 2” mantiene invece tutti i difetti del primo, riuscendo perlomeno a non apportarne di nuovi. Steve Martin è volenteroso nei panni del sempre più rimpianto Peter Sellers, ma non ha la capacità dell’inglese di mantenere quell’aderenza alla realtà che provocavano un riso “di pancia”, spontaneo, trasformando invece il tutto in un grande cartone animato. La macchietta può far ridere, ma se non provoca immedesimazione perde quella verosimiglianza dell’assurdo che era il pregio della serie originale.
La storia non ci prova nemmeno a brillare per originalità: Clouseau si rende ridicolo durante le indagini su un furto che coinvolge opere d’arte appartenenti a diverse nazioni, ma alla fine sarà lui a risolvere il caso e a rientrare in possesso, anche questa volta, del diamante rosa; sullo sfondo la storia d’amore con l’assistente Nicole, che rispetto al finale del primo film fa un passo avanti decisivo. Il buon Jean Reno fa un certo effetto nei panni di Ponton, forse l’unico ad avvicinarsi allo spirito del personaggio originale; un deciso passo indietro invece la sostituzione di Kevin Kline con John Cleese. I nuovi compagni d’avventura di Clouseau costituiscono la parte più sostanziosa del film, Andy Garcia su tutti; purtroppo il grosso delle risate non è causato dall’umorismo delle situazioni, ma dallo stupore del basso livello di comicità che viene raggiunto. Si potrebbe ridurre il tutto a: ci stanno un francese, un italiano, un inglese e un giapponese…
La scena in Vaticano purtroppo ha fatto parlare di sé quando è stato presentato al Festival di Berlino, cancellando l’effetto-sorpresa; e a cadere dal balcone non è il Papa ma Clouseau.
Tempo di uscire dalla sala ed il film è già dimenticato, in attesa dell’ennesimo capitolo. Meglio pensare ad altro che sperare seriamente in un miglioramento futuro. |