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Ray Eddy è una donna che vive in una roulotte nel nord dello stato di New York. Ray sta per acquistare la casa dei suoi sogni, ma quando il marito, amante del gioco, scappa con i soldi, Ray si ritrova sola con i figli e completamente al verde.
Mentre cerca di rintracciare il marito, incontra Lila Littlewolf, una ragazza Mohawk che vive in una riserva che si trova su entrambi i lati del confine tra gli Stati Uniti e il Canada, che le propone un piano per guadagnare velocemente denaro. |
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Definito uno dei thriller più intensi ed emozionanti in uscita, “Frozen River” è senz'ombra di dubbio un'opera rilevante all'interno della più recente produzione cinematografica.
Il fiume ghiacciato è la storia di Ray, una madre, interpretata da una bravissima Melissa Leo, pronta a difendere con i denti, e quando serve con la pistola, il sacrosanto diritto ad una casa per i suoi figli, diritto negatogli da un marito che li ha lasciati, portando via con sé tutto, e da una società in crisi dove nella miseria si è purtoppo soli.
Nel vuoto della mancanza si concentra il freddo, sia climatico che relazionale, che penetra membra, ossa e sentimenti ma non riesce a bloccare l'istino di sopravvivenza, anzi, lo aplifica necessariamente. Da vittima si diventa allora carnefici in una triste lotta fra poveri per rincorrere il sogno americano attraverso la distesa ghiacciata del fiume San Lorenzo. Il confine naturale tra lo stato di New York ed il Canada, all'interno della riserva indiana dei Mohawk, è un limbo dove anime di ogni provenienza attendono spaurite ed infreddolite di esser contrabbandate da un approfittatore ad un altro. Al fianco di Ray un'improbabile compagna, una giovane Mohawk spinta da un simile, disperato, istinto materno. Intanto, mentre crescono i rischi, il ghiaccio del poetico e tremendo panorama si assottiglia pericolosamente.
Candidato giustamente all'Oscar per la sceneggiatura originale del regista Courtney Hunt, “Frozen River” pone l'accento sulle contraddizioni in cui viviamo, tra naturali diversità e ottusi pregiudizi, mancanze oggettive e necessità virtuali (sintomatico l'imponente schermo al plasma che troneggia, nonostante tutto, nel salone/cucina/camera della casupola prefabbricata) presentando la realtà della vita così come è, a volte dura e fredda come il ghiaccio. |