“Le avventure del topino Despereaux” è una trasposizione cinematografica della favola Le avventure di Meschino, scritta nel 2003 da Kate Di Camillo. Questo dice già molto sulle differenze tra questo film e i ‘concorrenti’ della Pixar, Dreamworks o Blue Sky Studios, senza considerare i costi di produzione notevolmente inferiori. Si dice spesso, inoltre, che i film d’animazione digitale sono per grandi e piccini. La realtà è che generalmente a tenere alto il livello di interesse dei più grandi ci pensa il tono umoristico e caricaturale dei personaggi. In questo caso, invece, l’umorismo è sostanzialmente messo da parte, puntando forte su una favola classica nell’impianto narrativo ma moderna nelle numerose sfaccettature visive e concettuali. “Despereaux” è una fiaba d’animazione medioevale incredibilmente elegante e raffinata, accattivante nella rievocazione delle atmosfere pittoriche fiamminghe e nella proposizione un modello di film per bambini finalmente caratteristico e indipendente. Dagli autori di “Giù per il tubo” è nata un’avventura intelligente che affronta i temi della speranza, del perdono e del coraggio. Nello specifico Despereaux è un topino molto diverso dagli altri topi di ‘Mouseworld’. Oltre ad avere delle enormi orecchie, è stranamente positivo, coraggioso e disinteressato alla conformità che lo circonda, impermeabile alle ingerenze del potere costituito. Roscuro è invece un ratto incompreso, gentleman e giramondo, esiliato a ‘Ratworld’ – nelle buie viscere della terra – dopo un terribile incidente in cui muore la regina (umana) del regno di ‘Doremì’. Tra i due si crea un’amicizia che mira anche a riportare armonia al tormentato reame.
Il sapore retrò del racconto si allontana dal digitalismo binario dei suoi fortunati predecessori per scaraventarci nelle complessità dei sentimenti e del reale. “Le avventure del topino Desepreaux” rispolvera il valore dell’amicizia ma introduce valori morali moderni, restituendo ai bambini la loro giusta dignità senza mai sottrargli la magia. I continui contrasti tra buio e luce, superficie e profondità, punizione e perdono ci allontanano paradossalmente dai ritmi convulsi ma ovattati a cui siamo abituati, lasciandoci un senso di delicatezza e delizia romantica che fanno ben sperare per il futuro di questo genere cinematografico appena nato ma già ampiamente consumato. |