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"Questione di cuore" è tratto dall'omonimo romanzo di Umberto Contarello.
I cuori di Alberto e di Angelo ingrippano nella stessa notte. Così dice Angelo, giovane carrozziere di ex borgata, ex sottoproletariato, un ex tutto diventato qualcosa che Alberto, sceneggiatore di successo, bravo e matto, rumoroso e squlibrato come un rinoceronte, non capisce. Diventano amici in sala rianimazione. Amici come lo si può diventare ridendo come matti al cospetto della morte. E appena fuori, la vita gli sembra talmente cambiata, sempre consapevoli di ogni battito cardiaco, che diventano indispensabili l’uno all’altro.
Continuare a ridere. Non pensarci. Alberto, che è un uomo solo, si installa come un paguro nella conchiglia, la casa di Angelo, lì al Pigneto, sopra la carrozzeria specializzata in auto d’epoca. Un mondo imperscrutabile, ora bellissimo, ora sinistro. Ma in quella casa c’è una famiglia: una moglie, Rossana, bella e incinta, e due figli, Perla, una scontrosa adolescente e Airton, in omaggio al grande Senna, un bambino impaurito dagli eventi. |
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Si deve iniziare dalla location, un Pigneto che ritorna ad ospitare un set cinematografico dopo decenni in cui la Roma capace di rappresentare l’Italia intera era sparita; ma la cronaca ha anticipato l’uscita del film, e il bar Necci che fu teatro delle bighellonate di “Accattone”, nel quale trascorrono parte del tempo libero Angelo (Kim Rossi Stuart) e suoi parenti, è oggi chiuso e ancora si vedono i segni dell’incendio. Nel ricordo di Pasolini (del quale si vede bene la foto sulla parete del bar) e di un atmosfera sospesa nel tempo “Questioni di cuore” differisce dai molti film sul tema dell’amicizia nata da una comune debolezza, una comprensione dell’altro che va oltre le parole, le espressioni, e tocca la profondità del cuore. Angelo e Alberto vengono da due mondi senza punti di contatto, ma si ritrovano accomunati dalla stessa via di uscita (dai loro mondi): per Alberto è solo un grosso spavento, sufficiente però per fargli mandare all’aria tutto; per Angelo il problema è più profondo, ma il serio pericolo di vita lo fa reagire nella maniera opposta, lo spinge a cercare di far quadrare i conti il prima possibile, attraverso l’unica persona che sente simile a sé. E’ interessante il confronto tra le due tipiche reazioni alla presa di coscienza della propria mortalità, al primo ravvicinato incontro con un destino che può non avvisare; ancor più interessante, sullo schermo, è l’amicizia che nasce tra questi due uomini così diversi e allo stesso tempo così bisognosi di qualcosa che loro due soltanto sono in grado di darsi.
Kim Rossi Stuart e Antonio Albanese sono entrambi bravi, e il film si regge interamente su di loro; la scena a letto è una delle scene meglio scritte e interpretate che sia capitato di vedere ultimamente, verosimile e divertente nell’imbarazzo che provoca ma che non riesce a soffocare le risate. Attorno a loro il solito contorno del cinema italiano, attori più o meno bravi in parti poco brillanti, di puro contorno; azzeccato l’intervento di Carlo Verdone che “recita” se stesso calcando la mano sull’aspetto paramedico che gli si conosce, emergendo da un cameo plurimo di volti del cinema accorsi al capezzale di Antonio.
Due anni dopo “Lezioni di volo” Francesca Archibugi torna dunque a convincere con un film leggero ma solido, grazie anche al buon soggetto “Una questione di cuore” di Umberto Contarello, liberamente adattato dalla stessa regista (amica di vecchia data dello scrittore). |
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Il film è un pezzetto di cinema appassionato ed intenso, senza sbavature, sincero, diretto con buon senso e con due protagonisti davvero straordinari. Un vero e proprio racconto di vita, che con grazia e delicatezza riesce a stare in equilibrio fra la commedia ed il dramma, tenendosi a distanza dalle battute ripetute troppe volte, quanto da quel gusto di crogiolarsi nel dramma (tipico delle fiction). Si parla di morte, inneggiando alla vita scacciando la cupezza dell'argomento ma senza sminuirlo. Si ride, ci si emoziona e commuove. Antonio Albanese e Kim Rossi Stuart dimostrano ancora una volta di essere fra i migliori interpreti contemporanei della nostra tanto discussa cinematografia. Film da vedere
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