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Recensione: Legami di sangue

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Legami di sangue
titolo originale Legami di sangue
nazione Italia
anno 2006
regia Paola Columba
genere Drammatico
durata 92 min.
distribuzione Baby Films
cast G. Capalbo (Giovanni) • P. Rugiano (Peppe) • A. Dugoni (Andrea) • C. Cellini (Luana) • C. Mantis (Rosy) • A. Foà (padre)
sceneggiatura P. ColumbaF. Segatori
musiche H. IlfmanE. Firman
fotografia G. Mastrovito
montaggio U. De Rossi
uscita nelle sale 27 Marzo 2009
media voti redazione
Legami di sangue Trama del film
Giovanni, un ex-imbonitore televisivo appena uscito dal carcere, torna nella masseria di un paese del sud dove vivono i sue tre fratelli: Pino, l’infaticabile capofamiglia, Andrea, down con problemi respiratori, e la dolce sorella Luana. Un’amara sorpresa attende però Giovanni...
Atmosfere polverose per una faida familiare, originale e di forte impatto, in cui i sentimenti sono ancestrali, aspri e senza sfumature come la terra del sud.
Recensione “Legami di sangue”
a cura di Andrea Peresano  (voto: 5,5)
Prima prova cinematografica di Paola Columba, “Legami di sangue” è un dramma popolare ambientato nell'entroterra molisano, in un universale paesino italiano dove la terra da coltivare, il bar in piazza ed il talk show di turno delimitano lo spazio umano.
Quando Giovanni esce di carcere al termine di una condanna per bancarotta fraudolenta, solo e senza un soldo in tasca, decide di tornare alla vecchia masseria di famiglia per cercare qualcosa con cui ripartire. A casa però non c'è più il padre, e questo vuol dire eredità, ma ci sono i fratelli, in particolare il maggiore, Peppe, quello che duro e cocciuto come una pietra del campo non si è mai mosso dal podere e non intende farlo. Per Giovanni rappresenta l'opposto di se, lui che ha lasciato la terra per il "mondo", diventando un personaggio dello spettacolo nell'immaginario paesano, certo grazie a televendite nelle reti locali ma pur sempre dall'altro lato dello schermo. I due non si accettano, seppur legati dal sangue che gli scorre nelle vene. A cercare di mediare ci provano la devota sorella Luana, una vita di repressioni imposte, ed il fratello Andrea, affetto da sindrome di down e con gravi problemi respiratori, costretto nel suo corpo e fra i macchinari che lo aiutano. L'epilogo finale sarà tragico e insanguinato aggiungendo dramma alla miseria.
Una triste società rurale che rispecchia lo squallore di molte zone italiane, dove si dimenticano le mancanze aggrappandosi al progamma delle 20:00 o a qualche altro mito, senza un futuro se non l'alienante ripetizione degli schemi.
La regista costruisce la storia attraverso un grande lavoro di caratterizzazione dei personaggi, diretta conseguenza dell'esperienza teatrale alle spalle, ma “Legami di sangue”, indipendentemente da qualche passabile ingenuità o sbavatura, risulta nel complesso un film macchinoso, colpa anche dei mezzi scelti per la realizzazione dovuti probabilmente alle dimensioni del progetto.
Da segnalare infine il cammeo di Arnoldo Foà che partecipa alla pellicola interpretando nei ricordi il padre che non c'è più.
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