"Un percorso serpeggiante che ha i bordi taglienti della cruda realtà di cemento e della notte".
Sperimentatore, eccentrico, paranoico, coraggioso: non credete a chi vi dice che questo è un film in bianco e nero. Storie. Il film è a colori, il colore della paranoia e della malattia. Fino alla resurrezione finale, che esplode in un liberatorio rosso, naturalmente e sorprendentemente. Un rosso virato, questa volta, in blu-fuoco, ma finalmente sotto la pioggia. Il triangolo passionale sullo sfondo di un Giappone cyberpunk, la cura estrema di suono e immagine, il simbolismo e la divisione tra interno ed esterno, il gioco degli opposti, dall'estrema anarchia alla totale sottomissione/repressione: nonostante il tema sia chiaramente sessuale, Tsukamoto lo tratta come il fattore "mentale" di risveglio per ogni senso assopito.
Attraverso una mortificazione fisica che è in ogni caso una violenza psicologica e attraverso la crisi della moderna coppia borghese, Shinya Tsukamoto filma in 77 minuti di liquide immagini in movimento, un cinema puro in azione: centralità della visione e dell'ascolto, intelletto e abbandono estatico, viscere e genitali.
Premio speciale della giuria alla 59ma mostra del cinema di Venezia (2002). |