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Bobby, Angel, Jeremiah e Jack sono stati adottati dalla stessa donna, Evelyn Mercer, ma, una volta cresciuti, ognuno di loro si è costruito un'esistenza radicalmente diversa. Bobby è rimasto una testa calda, Angel è diventato un playboy, Jeremiah ha preferito costruirsi un futuro e una famiglia e Jack ha coltivato la sua passione per l'hard rock. Quando Evelyn viene uccisa durante una rapina in una drogheria, i quattro riscoprono il vincolo che li unisce e decidono di trovare insieme il colpevole ed attuare la loro vendetta. |
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"Western metropolitano."
In un nervoso inverno a Detroit, la sceneggiatura rabbiosa di David Elliott e Paul Lovett entra nel cuore del rapporto tra i quattro fratelli. Il loro riavvicinamento al funerale della madre adottiva, il loro legame evidente e i loro scontri, sono un accumulo progressivo di violenza e vendetta (i fratelli partono da una "sana" vendetta personale per arrivare ad un opera di "bontà"). Il film perciò non trasforma i personaggi in eroi, ma li mostra come vittime, tutt'altro che incolpevoli, di una società a cui non riescono e forse non possono aderire.
Nonostante l'improbabilità degli eventi, tutto va secondo le aspettative e il copione mantiene un certo equilibrio. "Four Brothers" è molto più di un thriller, pensato, più che sulla vendetta covata, come percorso suggestivo tra i colori e i ritmi della musica black e la cultura hip hop. John Singleton, assorbe le atmosfere urbane e la dolorosa capacità di sopravvivenza, costruite sull’assenza di punti di riferimento affettivi e sulla dilatazione della tensione, in una "full immersion" di spari e complicità, confortati dalla leggerezza dell'indolenza.
Action "vecchia scuola" (Giustiziere Della Notte o L'Ispettore Callaghan) e un passo in avanti; i quattro "angeli della vendetta" (o dell’ "Apocalisse") caratterizzano l'America dell'ultimo decennio.
Presentato fuori concorso a Venezia 2005. |
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Commenti del pubblico |
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