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Recensione: Il mio vicino Totoro

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Il mio vicino Totoro
titolo originale Tonari no Totoro
nazione Giappone
anno 1988
regia Hayao Miyazaki
genere Animazione
durata 86 min.
distribuzione Lucky Red Distribuzione
sceneggiatura H. Miyazaki
musiche J. Hisaishi
montaggio T. Seyama
uscita nelle sale 18 Settembre 2009
media voti redazione
Il mio vicino Totoro Trama del film
Le sorelline Satsuke e Mei (11 anni la prima, 4 la seconda) si trasferiscono insieme al padre in una nuova casa, in campagna, in attesa che la madre venga dimessa dal vicino ospedale.
Per le due bambine inizia un viaggo alla scoperta di un nuovo mondo, abitato da creature fantastiche: dai nerini del buio, spiritelli della fuliggine che occupano le vecchie case abbandonate, visibili solo agli occhi dei bambini, a bufi esseri di pelo di varie dimensioni, tra cui Totoro, una creatura grigia e morbida dall’aspetto un po’ pittoresco, una sorta di incrocio tra un orso e un grosso gatto.
Totoro è uno spirito buono della foresta, colui che porta il vento, la pioggia, la crescita. Vederlo è un privilegio! Insieme a lui, Satsuke e la piccola Mei vivranno avventure straordinarie.
Recensione “Il mio vicino Totoro”
a cura di Vaniel Maestosi  (voto: 6,5)
Esce finalmente in sala “Il mio vicino Tòtoro”. I fans di Hayao Miyazaki, il più grande cartoonist giapponese, lo aspettavano addirittura dal 1988.
Il maestro disegna delicatamente tutto a mano, costruendo un insieme perfetto d'espressioni e colori; si concentra sullo stupore e la meraviglia delle due piccole sorelline protagoniste. Mei e Satsuke adorano l'aria, lo spirito incantato della natura e soprattutto non hanno paura di vivere e d'immaginare creature diverse da noi e migliori di noi; perchè il male esiste quando lo riesci a immaginare, o quando ti viene mostrato. Qui si mostra solo poesia, in una casa in campagna misteriosa e pericolante, con un albero gigante che la sovrasta attorno, la custodisce e la rende preziosa come ogni immagine di Miyazaki.
Tòtoro e il suo Micio-bus, fantasiosi disegni visti solo dalle due sognatrici sorelline, sono in grado di accogliere l'ingenuo meraviglioso stupore di ogni bambino e questo è anche il dolcissimo limite del film. Hayao sceglie di parlare solo ai suoi più piccoli spettatori, senza considerare quei noiosi ma complicati adulti che fanno confronti e hanno in mente “La città incantata” o “Il castello errante di Hawl”.
Commenti del pubblico







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