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Il signore e la signora Fox e tutti i loro cuccioli vivono in un albero sotto una collinetta assieme al Tasso al Coniglio e alla Donnola, comprese le loro famiglie. Per poter avere la cena tutte le sere, il signor Fox ruba il pasto da uno dei tre disonesti contadini: Boggis, che alleva galline, Bunce che ha un po' di tutto ma che mangia solo fegato d'anatra e Bean che alleva tacchini e coltiva mele e vive solo di sidro di mele. Grazie al suo acuto olfatto e le particolari diete dei contadini, il signor Fox non ha problemi a evitarli.
Ma dopo essere stati trattati in questo modo gli ingordi contadini fanno squadra per uccidere il signor Fox. Gli fanno un'imboscata all'uscita del suo buco nella collina e anche se lui sopravvive lo stesso non si può dire della sua coda. Comincia così un ossessione dei contadini. Prima cercano di scovare le volpi, ma vengono fregati da otto paia di zampe. Poi cercano di farle morire di fame. Nessuna delle creature che vive sotto la collina può fuggire. Il signor Fox non è una figura molto popolare fino a che non ha l'idea di scavare sotto le fattorie... |
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“Fantastic Mr. Fox” è il primo film d'animazione dell'elegante e geniale regista Wes Anderson, che si avvale della tradizionalissima tecnica a passo uno (stop motion) per narrare la storia di una volpe imborghesita che combatte con il suo istinto selvaggio. La storia è tratta dal bestseller per l'infanzia degli anni '70 di Roald Dahl (autore tra le altre cose de La fabbrica di cioccolato e di James e la pesca gigante). La trasposizione per il cinema di Wes Anderson è – come ci aveva abituato nelle sue precedenti opere – estremamente ironica e tendenzialmente amara e incantata, destinata a divertire i più piccoli ma anche gli adulti.
Mr. Fox è un personaggio contemporaneamente eroico e pieno di sé, che non riesce a reprimere il suo vecchio ruolo di ladro di galline, mettendo a rischio con il suo istinto selvaggio la sua famiglia e gli animali che lo circondano. Una storia classica, dunque, ma ricca di micro-spunti di riflessione e soprattutto in controtendenza rispetto al nuovo mercato dell'animazione, proiettata sempre più verso il 3D e l'animazione computerizzata. Ci sono poi molte dinamiche famigliari ricche di disfunzioni, che riprendono quelle già espresse ne “I Tenenbaum” o ne “Il treno per il Darjeeling”, segno evidente che Wes Anderson ha cercato di avvicinare il genere d'animazione al suo modo di fare cinema piuttosto che l'inverso.
La lavorazione in stop motion, tralaltro, ha richiesto un tempo di lavorazione molto lungo – ci si lavorava dal 2007 – ma ha permesso al regista texano di realizzare un prodotto artigianale e originale, con una mancanza di fluidità che partecipa attivamente allo spirito divertito e acuto del film che aveva in mente. Accanto a questo c'è un'evidente maniacalità e accuratezza nell'allestimento scenografico, che richiama il suo classico look nostalgico, fondendo oggetti dell'epoca vittoriana e colori saturi all'interno delle sue elegantissime e sarcastiche inquadrature. A giovarne sono soprattutto i pupazzi protagonisti, realizzati in pelliccia impiantata su uno scheletro di alluminio che li rende al contempo credibili e ridicoli. Un po' come gli esseri umani. |
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Da bambino leggevo spesso le opere Roald Dahl e pochi sono riusciti a cogliere dalle sue parole quel senso del fascino per l'infanzia e del fantastico (tra questi, Tim Burton). Inoltre, apprezzo moltissimo chi si cimenta sulla stop-motion, una tecnica che impiega molto tempo. Penso che Anderson abbia intuito l'atmosfera del racconto breve di Dahl e ha realizzato con il suo stile inconfondibile un gioiello d'animazione, con personaggi tanto strambi quanto simpatici. A differenza de La sposa cadavere o Coraline, dove la stop-motion aveva raggiunti livelli di perfezione, qui i movimenti sono meno fluidi e grezzi (tutto cio' aiuta alla comicita'), i dialoghi sono brillanti, la trama scorre e il divertimento non manca, anche se rimane un "cartone" piu' per adulti che per ragazzi. Lode alle musiche di Desplat.
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