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Recensione: A, B, C... Manhattan

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A, B, C... Manhattan
titolo originale A, B, C... Manhattan
nazione U.S.A.
anno 1997
regia Amir Naderi
genere Drammatico
durata 92 min.
distribuzione n.d.
cast R. Nelson (Colleen) • S. Paul (Kacey) • E. Norris (Kate)
sceneggiatura M. DalanA. NaderiB. EdlundJ. GohlkeT. McMillan
musiche E. Hammer
fotografia W. Rexer
media voti redazione
A, B, C... Manhattan Trama del film
Colleen vuol fare la fotografa ma deve star dietro alla figlia e tenere a freno l'attrazione per l'alcol; la bisex Kacey, che abita con lei, è momentaneamente single e vaga in cerca del suo cane; la quasi-cantante Kate vuole sentirsi libera e molla il fidanzato.
Recensione “A, B, C... Manhattan”
a cura di Andrea Olivieri  (voto: 6)
Naderi, iraniano emigrato negli USA, continua la sua trilogia (questo è il secondo episodio) dedicata a chi, come lui, ha scelto la Grande Mela per "trovare se stesso".
In questo caso, si tratta di tre giovani ragazze alle prese ciascuna con un passato da lasciare in qualche modo alle spalle; Colleen vuol fare la fotografa ma deve star dietro alla figlia e tenere a freno l'attrazione per l'alcol; la bisex Kacey, che abita con lei, è momentaneamente single e vaga in cerca del suo cane; la quasi-cantante Kate vuole sentirsi libera e decide di porre fine alla storia con il suo fidanzato.
Dopo un iniziale accelerazione e precipitazione degli eventi, i tempi si diluiscono, seguono i ritmi delle tre storie che talvolta si sfiorano soltanto per attimi fugaci.
La struttura non convenzionale del film fa sì che i personaggi si trovino insieme solo all'inizio della vicenda, per “fuggire” in seguito ognuna seguendo un percorso che in qualche modo le "mutilerà".
Come sfondo, una Manhattan anticonvenzionale, “ostile” in alcuni frangenti (quindi scivolosa/spigolosa, poco invitante e viscosa) e accogliente (allo stesso tempo) in altri.
Nella messa in scena spiccano alcuni momenti di forte emotività comunicata dagli attori, anche grazie a esasperati piani-sequenza che tirano fuori, estraggono con la forza (violenza) tutto quello che può essere racchiuso in uno spazio (generalmente ristretto) o su un'espressione del viso.
Il cineasta iraniano esplora con maestria le solitudini della metropoli, firmando però una pellicola che risente ancora dell'approccio esistenziale-sperimentale dell'autore e di un certo impaccio nel posare gli sguardi su una “materia” che non riesce ancora a dominare.
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