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Un paese calabrese abbarbicato su alte colline da cui si scorge il mar Ionio in lontananza, un posto dove il tempo sembra essersi fermato, dove le pietre hanno il potere di cambiare gli eventi e le capre si soffermano a contemplare il cielo.
Qui vive i suoi ultimi giorni un vecchio pastore. È malato. Crede di trovare la medicina giusta nella polvere raccolta dal pavimento della chiesa, che beve sciolta nell’acqua ogni sera... |
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Si resta senza parole davanti a un film senza parole: più che di documentario etnografico, si tratta di un vero e proprio film di finzione girato con stile tarkovskiano. "Le quattro volte" comunica molto più di quanto sia il reale valore dell'oggetto della comunicazione: Pitagora serve soltanto a legare un lungo flusso di emozioni vive. |
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REGIA - FOTOGRAFIA - ORIGINALITÀ - POETICITÀ - EFFETTI SONORI | |
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MONTAGGIO - RITMO | |
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Commenti del pubblico |
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Ultimi commenti e voti |
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7
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Panta rei, tutto scorre. Le quattro volte non è un documentario ma un'opera documentaristica che documenta, racconta. Racconta un territorio dimenticato, una realtà che "sta morendo" ma che esiste e continua a esistere appunto. Lo fa lasciando che sia la natura a prendere il sopravvento sull'uomo e sull'opera stessa. Lo fa scegliendo il silenzio piuttosto che mille parole vuote. Lo fa chiedendo allo spettatore di seguirlo e di abbandonare per appena un'ora e mezza quel mondo "normale" in cui vive e dove invece di osservare la bellezza e maestosità di un pino secolare che si muove sospinto dal vento si preferisce applaudire il taglio e la morte di quello stesso albero che diventa albero della cuccagna prima e carbone poi, crudelmente sacrificato. Osservare e riflettere, con calma, adattandosi ai ritmi della natura, forse una sfida troppo grande al giorno d'oggi.
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8,5
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7
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La qualità c'è indubbiamente. Riuscire ad appassionare con la raffigurazione di un albero, soltanto grazie alle inquadrature, è veramente segnale di grandissima abilità, se non di genialità. C'è profondità, c'è bellezza, c'è poesia. C'è anche pubblico? A giudicare dai commenti all'uscita dall'arena no. Un film per pochi, forse per pochissimi, o come diceva Nietzsche, "per tutti e per nessuno". Chi avrà il coraggio e la pazienza sarà ricompensato. Guai a finire a vederlo per errore, o senza sapere a cosa si va incontro.
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9
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Temevo un film intelletual-minimalista nel senso peggiore del termine e invece "Le quattro volte" mi ha veramente emozionato. Un film senza protagonisti, una vera sperimentazione in cui il centro sfuma e si trasforma magicamente in altro. Effetti sonori incredibili, fotografia veramente notevole. Da recuperare.
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