Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Recensione: Le quattro volte

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Le quattro volte
titolo originale Le quattro volte
nazione Italia / Germania / Svizzera
anno 2010
regia Michelangelo Frammartino
genere Documentario
durata 88 min.
distribuzione Cinecittà Luce
cast G. FudaB. TimpanoN. Timpano
sceneggiatura M. Frammartino
fotografia A. Locatelli
montaggio B. AtriaM. Grillo
uscita nelle sale 28 Maggio 2010
media voti redazione
Le quattro volte Trama del film
Un paese calabrese abbarbicato su alte colline da cui si scorge il mar Ionio in lontananza, un posto dove il tempo sembra essersi fermato, dove le pietre hanno il potere di cambiare gli eventi e le capre si soffermano a contemplare il cielo.
Qui vive i suoi ultimi giorni un vecchio pastore. È malato. Crede di trovare la medicina giusta nella polvere raccolta dal pavimento della chiesa, che beve sciolta nell’acqua ogni sera...
Scheda a cura di Glauco Almonte










Si resta senza parole davanti a un film senza parole: più che di documentario etnografico, si tratta di un vero e proprio film di finzione girato con stile tarkovskiano. "Le quattro volte" comunica molto più di quanto sia il reale valore dell'oggetto della comunicazione: Pitagora serve soltanto a legare un lungo flusso di emozioni vive.
REGIA - FOTOGRAFIA - ORIGINALITÀ - POETICITÀ - EFFETTI SONORI
MONTAGGIO - RITMO
---
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Medaglia d'Oro (247 Commenti, 80% gradimento) giampaolosy Medaglia d'Oro 9 Aprile 2016 ore 00:08
1
voto al film:   7

Panta rei, tutto scorre. Le quattro volte non è un documentario ma un'opera documentaristica che documenta, racconta. Racconta un territorio dimenticato, una realtà che "sta morendo" ma che esiste e continua a esistere appunto. Lo fa lasciando che sia la natura a prendere il sopravvento sull'uomo e sull'opera stessa. Lo fa scegliendo il silenzio piuttosto che mille parole vuote. Lo fa chiedendo allo spettatore di seguirlo e di abbandonare per appena un'ora e mezza quel mondo "normale" in cui vive e dove invece di osservare la bellezza e maestosità di un pino secolare che si muove sospinto dal vento si preferisce applaudire il taglio e la morte di quello stesso albero che diventa albero della cuccagna prima e carbone poi, crudelmente sacrificato. Osservare e riflettere, con calma, adattandosi ai ritmi della natura, forse una sfida troppo grande al giorno d'oggi.
Utente di Base (3 Commenti, 0% gradimento) JohannesBorgen 12 Marzo 2012 ore 00:11
voto al film:   8,5

Medaglia d'Oro (682 Commenti, 68% gradimento) ale84 Medaglia d'Oro 18 Agosto 2011 ore 10:44
1
voto al film:   7

La qualità c'è indubbiamente. Riuscire ad appassionare con la raffigurazione di un albero, soltanto grazie alle inquadrature, è veramente segnale di grandissima abilità, se non di genialità. C'è profondità, c'è bellezza, c'è poesia. C'è anche pubblico? A giudicare dai commenti all'uscita dall'arena no. Un film per pochi, forse per pochissimi, o come diceva Nietzsche, "per tutti e per nessuno". Chi avrà il coraggio e la pazienza sarà ricompensato. Guai a finire a vederlo per errore, o senza sapere a cosa si va incontro.
Medaglia d'Oro (313 Commenti, 59% gradimento) Pangur Medaglia d'Oro 11 Aprile 2011 ore 19:37
1
voto al film:   9

Temevo un film intelletual-minimalista nel senso peggiore del termine e invece "Le quattro volte" mi ha veramente emozionato. Un film senza protagonisti, una vera sperimentazione in cui il centro sfuma e si trasforma magicamente in altro. Effetti sonori incredibili, fotografia veramente notevole. Da recuperare.
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