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Italia, fine della seconda guerra mondiale. La vedova Lilliana è costretta a lasciare l'amata città di Bologna insieme a suo figlio Nino, a causa di gravi problemi economici. I due si trasferiscono in Puglia nella masseria del cognato Giordano, fratello del defunto marito di Lilliana, che in gioventù era stato perdutamente innamorato di lei. Il loro arrivo porta scompiglio nella vita del fragile Giordano e nella routine della masseria, e risveglia anche antichi dissapori nell'animo delle due vecchie zie del cognato, Suntina e Eugenia, che provano ancora un forte rancore nei confronti della famiglia di Lilliana... |
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Avati ci offre un film semplice come i suoi personaggi, interamente giocato sui sentimenti. Nessun colpo di scena, nessuna suspense: gli artifici del cinema più commerciale sono messi da parte per lasciare spazio alle poche figure presenti. I tre protagonisti, Giordano, Liliana e Nino, sono tutti e tre sofferenti, sconfitti, ognuno a suo modo, dalla vita, dalla guerra che ha lasciato, nelle persone, ferite profonde nel corpo come nell’anima. Da questa comune situazione di disagio tentano di uscire secondo i propri (pochi) mezzi, venendosi così a creare una contrapposizione tra buoni e cattivi, idioti e furbi che ce li fa immaginare diversi l’uno dall’altro. La diversità è solo nella ricezione dello spettatore; la bontà di Giordano, la remissività di Liliana e la disonestà di Nino sono, nella loro esagerazione, tre delle infinite facce d’una stessa medaglia, la sofferenza.
Nel delinearsi dei personaggi, non può passare inosservato Giordano, poesia allo stato puro nella sua comunione di bontà e idiozia, di consapevolezza e accettazione del proprio ruolo, capace di sentire dentro sé cosa sia importante più delle apparenze, più del pensiero comune, più della sua stessa vita. Antonio Albanese sfrutta a pieno la chance interpretando splendidamente questo personaggio, unico in grado di staccarsi dalla meschina realtà di cui è il prodotto e farsi simbolo, un animo nobile in un corpo malato, un contenuto meraviglioso in una scatola rotta, una bicicletta senza gomme. |
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