Recensione: Corpo Celeste

Un film importante, una visione lucida e incalzante di una grande autrice italiana.

Un bell'esordio italiano, visto con un po' di ritardo in seconda visione. La giovane sorellina della Rohroawcher ci sa fare con la macchina da presa, ha studiato i Dardenne e si vede (anche se è ancora lontana dalla loro profondità), sa sfruttare le capacità attoriali anche di perfetti sconosciuti e ha un tema importante come quello della sacralità per le mani. Un film profondamente anticlericale quanto profondamente religioso. Non sono un frequentatore di parrocchie, ma mi auguro comunque che di ambienti così squallidi meschini e privi di ogni idea di sacro come quello rappresentato qui non ce ne siano così tanti. Un consiglio per i catechisti: abbandonare le canzoncine idiote come "mi sintonizzo con Dio", il cristianesimo ha una secolare tradizione di musica sacra che sa dare i brividi e trasmettere molto di più. Forse ci vuole il coraggio di essere un po' inattuali. Almeno si meriterebbe maggior rispetto.

Nonostante qualche ombra a livello di trama (è inevitabile porsi delle domande sulla vita extra-catechismo ed extra-famiglia di Marta) è un film molto interessante. Un bell'esordio alla regia. Apprezzata la fotografia.