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Il cinema balcanico è stato e rimane uno dei più vitali e originali degli ultimi anni e all'ombra di Kusturica sono nati tanti registi interessanti.Tanovic, dopo l'esordio folgorante (No man's land),sembrava essersi perso tra ambiziosi drammi kieslowskiani (L'enfer) e traumi bellici scarsamente credibili (Triage).Questo film tutto bosniaco ne rivela invece una felice risurrezione, ed è un perfetto esempio di quella miscela di commedia e dramma (con appena una spolveratina di farsa) che fanno la forza di questo cinema. Evitando gli eccessi dell'ultimi kusturica (Promettilo!, La vita è un miracolo),Tanovic racconta la sua storia e delinea personaggi credibili e sufficientemente sfumati,affrontando,oltre ai temi del ritorno e dell'educazione sentimentale e sessuale, il tragico nodo dello scoppiare dei nazionalismi nella Jugoslavia post-Tito.Manojlovic giganteggia come sempre e si conferma migliore attore jugoslavo di sempre.Insomma, penalizzato ingiustamente dalla distribuzione.Da vedere
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