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Recensione: The eye of the storm (2011)

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The eye of the storm
titolo originale The eye of the storm
nazione Australia
anno 2011
regia Fred Schepisi
genere Drammatico
durata 114 min.
distribuzione n.d.
cast C. Rampling (Elizabeth Hunter) • G. Rush (Basil Hunter) • J. Davis (Dorothy de Lascabanes) • C. Friels (Athol Shreve) • H. Morse (Lotte)
sceneggiatura J. Morris
musiche P. Grabowsky
fotografia I. Baker
montaggio K. Williams
uscita nelle sale  non ancora disponibile 
media voti redazione
The eye of the storm Trama del film
L'imminente morte della madre riporta al suo capezzale i figli Basil e Dorothy, per ragioni diverse entrambi delusi dalla vita e pieni di rancore verso la donna. L'incontro diventa un'occasione per ripercorrere la vita della madre Elizabeth ma anche per cercare di convincere il fidato avvocato a sistemarla in una casa di riposo, per accelerarne la morte e entrare in possesso dell'eredità.
Scheda a cura di Giordano Rampazzi










Fred Schepisi, noto ai più per Sei gradi di separazione e Roxanne, trae spunto da un classico della letteratura australiana, l’omonimo romanzo dello scrittore premio Nobel Patrick White The Eye of the Storm. Il risultato è un film a metà tra la commedia e il dramma che finisce per non trovare la giusta cifra emozionale e narrativa, puntando tutto sulle ottime prove attoriali di Charlotte Rampling e Geoffrey Rush.
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SCENEGGIATURA - RITMO
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Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Utente di Base (33 Commenti, 53% gradimento) Filak 31 Ottobre 2011 ore 02:00
voto al film:   7

Diverso, crudele, divertente e ... molto dettagliato. Parte lento, ma si riprende presto. Affetti deviati all'ennesima potenza. Però la cattiveria e l'opportunismo, che aleggiano fin dall'inizio, alla fine si rivelano altrimenti ...
Medaglia d'Oro (273 Commenti, 57% gradimento) cinemabendato Medaglia d'Oro 30 Ottobre 2011 ore 13:16
1 2
voto al film:   6

Mi permetto di dire che questo è un film un po' "strano". Altalenante. Si ridacchia, più sorrisi trasformati in risate che vero riso, si riflette, ma sempre in modo non completo. Resta una sorta di "dubbio" che accompagna la visione. Un non capire esattamente cosa cerca di dire. Forse merita due visioni.
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