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Durante l'operazione "Desert Storm", nella prima guerra del golfo, Anthony Swofford, arruolatosi come suo padre e suo nonno prima di lui, passa dalle esercitazioni e dalla gavetta in campo, all'azione di guerra vera e propria... |
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Il caso “Jarhead” esplode sul mercato editoriale americano nel 2003 ed è realmente il diario tenuto durante la partecipazione alla missione Desert Storm del soldato Anthony Swofford. Sam Mendes ne prende spunto e dopo ottime prove del calibro di “American Beauty” e “Era mio padre” ritorna nelle sale cinematografiche con un lungometraggio sulla prima Guerra del Golfo che affronta il sempre difficile tema della guerra mettendo volutamente in evidenza il legame con una tradizione filmica tracciata da Kubrick e Coppola rifacendosi in molti punti e citando senza alcuno scrupolo. Non ci sembra affatto assurdo immaginare marines americani guardare oggi entusiasticamente la cavalcata degli elicotteri dell’aviotrasportata nel Vietnam di “Full Metal Jacket”. E ritorna anche il classico sergente di ferro fiero del suo lavoro, della sua missione, ma è proprio qui che il film perde la carica che avrebbe potuto avere andando in contro però a sicure critiche in patria. L’antimilitarismo, la condanna alla guerra per il petrolio e la denuncia della condizione di alienazione a cui vengono sottoposti i soldati sono presente e chiari, impastati però con una buona dose di cameratismo che confonde rendendo il tutto ambiguo, come se il regista avesse frenato delle pulsioni che altrimenti l’avrebbero portato troppo vicino ai viaggi di cui sopra. Interessante risulta comunque il grande blocco centrale ambientato nel deserto dove i minuscoli soldati rimangono soli con loro stessi in questo vuoto enorme dove la guerra è totalmente assente, e che quando si scatena non li tocca per niente, ribadendo la loro inutilità nell’era dei bottoni, il loro compito si riduce a controllare carcasse senza vita di macchine e uomini senza riuscire a sparare nemmeno un colpo, non vedendo mai da vicino il nemico, eppure rimanendo segnati nel profondo per tutto il resto della vita. |
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Commenti del pubblico |
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