Recensione: The Iron Lady

Ennesima (migliore) prova di forza di una delle più grandi attrici viventi, in grado di scomparire e di annullarsi nel suo personaggio, con quello che può essere definito un piccolo shock da parte dello spettatore, a cui pare di trovarsi realmente di fronte alla Lady di ferro. A parte questo, non c è molto da ricordare. La sceneggiatura, che almeno ha il merito di non tirare troppo per le lunghe, non approfondisce, lasciando un senso di pochezza, come se avesse svolto il compitino senza osare troppo. Un importante personaggio storico ridotto a monodimensionale, una figurina che addolcirà qualche cuore, ma che (nella storia del cinema) non lascia il segno.

C'è un punto fondamentale che qui tutti tendono a sottovalutare...a me cosa importa di Margaret Tatcher nella sua vita privata? Me ne può importare come di qualunque altra donna sul pianeta, quindi perchè fare un film sulla vita privata di un personaggio pubblico e non di un privato cittadino, o tutt'al più di un personaggio pubblico ma fittizio? Il fatto stesso che il titolo non rechi il nome proprio del personaggio ma se vogliamo il suo "nome pubblico" indica che la regista è caduta nel paradosso concettuale. Un personaggio o è pubblico o è privato, se è pubblico allora non è più privato. A parte questo ottima la Streep (come sempre del resto) ma tutto troppo laccato e manieristico, oltre che strutturalmente confuso.

Mi è piaciuto il taglio apolitico che la regista ha adottato ma il film non sempre tiene incollati allo schermo. Secondo me i troppi flash back confondono lo spettatore. 2 punti in più li ho dati per la Streep. SUPERLATIVA

Oscar meritatissimo per una Meryl Streep che ormai va oltre la recitazione, e meravigliosi nella parte finale i suoi duetti sopra le righe con il maritone Jim Broadbent, ma è un po' difficile farsi catturare da un film che sembra lui stesso non aver ben deciso che tipo di film vuole essere e che direzione vuole prendere - e non parlo della "direzione" politica.